Tre escursioni in Svizzera a dir poco pazzesche!

Qualche settimana fa ho avuto il piacere di scrivere un articolo per tipsweek.ch, dove ho descritto tre escursioni in Svizzera a dir poco pazzesche. Ve lo ripropongo con piacere di seguito. Oppure potete leggere l’articolo anche qui.

Tre escursioni in Svizzera: i cinque laghi del Pizol, il ponte sospeso del Trift e il Saxerlücke e il Fählensee

La bella stagione è finalmente entrata nel vivo e con lei le mille possibilità di escursioni che offrono il nostro Cantone e, più in generale, il nostro Paese. Vi sono ancora diverse settimane da sfruttare per godersi l’estate in Svizzera. Ecco quindi che vi propongo tre escursioni in Svizzera di difficoltà diversa, in tre diversi angoli della Svizzera, che vi permetteranno di vedere delle vere meraviglie della natura.

Siete pronti? Allora zaino in spalla e via, non ve ne pentirete!

Le mille sfumature di blu dei cinque laghi del Pizol – Canton San Gallo 

L’escursione ai cinque laghi del Pizol è un classico svizzero che non vi deluderà, soprattutto se pianificata in settimana per evitare i numerosi escursionisti che, come voi, vorranno ammirare da vicino, e in un solo giorno, cinque laghetti di montagna molto scenografici e dalle mille sfumature di blu.   

I laghetti sono, nell’ordine, i seguenti: Wangsersee, Wildsee, Schottensee, Schwzarzee e Baschalvasee. Il più spettacolare è indubbiamente il secondo (Wildsee), di un turchese tanto acceso da sembrare finto, che fa da contrasto con il grigio e il verde delle montagne circostanti. Anche il terzo (Schottensee), più piccolo e rotondo, è splendido e vorrete fermarvi a lungo ad ammirarlo.  

Questi due laghi da soli valgono la fatica di questa escursione circolare di circa 4 ore, di difficoltà media, che a dire il vero non presenta particolari difficoltà per chi è abituato a camminare in montagna.  

Dopo aver parcheggiato l’auto a Wangs, che si trova a pochi chilometri da Bad Ragaz, nel Canton San Gallo, per raggiungere il luogo esatto in cui parte il sentiero (Capanna del Pizol) occorre prendere dapprima una gondola e in seguito due comode seggiovie.   

Tutte le foto e i i dettagli sull’itinerario da seguire sono disponibili qui.

Lo spettacolare ponte sospeso del Trift (Triftbrücke) – Canton Berna

Anche in questo caso c’è un lago di mezzo ma a rendere ancor più speciale l’escursione vi è il fatto che sopra questo lago… vi è un ponte sospeso! Avete capito bene! Il ponte è stato costruito perché sciogliendosi, negli anni, il ghiacciaio del Trift ha creato un lago glaciale dalle mille sfumature di blu, impedendo l’accesso alla capanna del Trift. È stato quindi necessario creare un nuovo accesso. La bellezza del luogo è incantevole e attraversare il ponte rende l’esperienza ancor più emozionante e adrenalinica!   

Questa meraviglia è davvero a portata di mano. Infatti, anche se il sentiero per raggiungere il ponte sospeso è completamente in salita, l’escursione non è per nulla difficile: in circa un’ora e mezza si affrontano 440 metri di dislivello positivo, un giusto prezzo da pagare per arrivare in cima e restare sbalorditi.  

Il sentiero parte dalla stazione a monte della Triftbahn, una piccolissima cabina che consiglio vivamente di prenotare.  

Tutte le foto e i i dettagli sull’itinerario da seguire sono disponibili qui.

Due gioielli svizzeri: il Saxerlücke e il Fählensee – Canton Appenzello Interno

Uno dei panorami più spettacolari dell’Appenzello e dell’Alpstein e – ma questa è una mia personale opinione – della Svizzera è quello che si può ammirare grazie all’escursione che da Hoher Kasten porta al Saxerlücke e al Fählensee.  

Il Saxerlücke è una montagna famosa per la sua forma unica che svetta verso il cielo, che probabilmente avrete già visto sui social media e che, quando l’ammirerete dal vivo, vi resterà nel cuore. Il Fählensee è invece un lago lungo e stretto, anch’esso molto conosciuto, e di una bellezza rara. Incastonato tra due strette pareti rocciose, il colore delle sue acque cambia di continuo e fermandovi per un pic-nic potrete coglierne i mille splendidi riflessi e i giochi di luce impareggiabili.   

Vedere questi due gioielli appenzellesi in un solo giorno è possibile, anche grazie agli impianti di risalita che da Brülisau portano a Hoher Kasten, ma occorre chiaramente un certo sforzo, non adatto a tutti. Va detto che fortunatamente la salita non è molta ma le ore di cammino dell’intera escursione circolare sono comunque all’incirca cinque e mezza. Per chi è abituato alla montagna non vi è nessun problema.  

Tutte le foto e i i dettagli sull’itinerario da seguire sono disponibili qui.

Emozioni sospese al Triftbrücke

Siete alla ricerca di un’escursione in Svizzera, magari non troppo lontana dal Ticino, che sia nello stesso tempo spettacolare e non troppo impegnativa? Ce l’ho: l’escursione al Triftbrücke – che poi in italiano si chiama Ponte del Trift – è quello che fa per voi e vi regalerà.. emozioni sospese!

Il Triftbrücke, uno dei ponti sospesi più belli in Svizzera

Il Triftbrücke è infatti un ponte sospeso che si trova nel Canton Berna. È stato costruito perché il ghiacciaio del Trift, sciogliendosi, negli anni ha creato un lago glaciale dalle mille sfumature di blu, impedendo l’accesso all’omonima capanna del Trift. Attraversare il ponte è adrenalinico e resterete senza fiato non solo per l’emozione di essere sospesi ma anche per lo spettacolare paesaggio circostante.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

31 luglio 2020, Sunnige Trift – Schattige Trift (m1428) – Triftbrücke (m1757) – Schattige Trift(m1428) – Sunnige Trift

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

La località di partenza è Schwendi, vicino alla più grande frazione di Gadmen: si trova ai piedi del Passo del Susten e pertanto, con quest’ultimo aperto, si può raggiungere comodamente in auto da Wassen. Da qui si prende una piccolissima cabina che, soprattutto in tempi di Covid, consiglio vivamente di prenotare! In una decina di minuti si raggiunge la stazione a monte, da cui parte il sentiero. È impossibile non vederlo e conduce subito a un ponticello. Lo si attraversa e si comincia a salire.

Diciamocelo subito: l’escursione è tutta in salita, una salita anche piuttosto ripida! Però sono solo 440 metri di dislivello positivo, che con grinta si affrontano, e smaltiscono, in un’ora e trenta circa. Le montagne circostanti sono molto rocciose e, salendo, sulla sinistra si sente (e nella parte finale dell’itinerario si vede anche) il fiume che scende roboante dal lago ghiacciato.

Proseguendo si incrocia il bivio per la Windegghütte, che si può raggiungere con una deviazione di una trentina di minuti. Noi però puntiamo dritti al ponte sospeso, che raggiungiamo in una mezzoretta.

Quando finalmente ci appare davanti agli occhi rimaniamo incantanti. Sotto il ponte – che s’inserisce perfettamente nel paesaggio – il fiume e alle spalle del ponte il lago glaciale, di un colore unico che abbraccia le mille sfumature di blu, dominato dall’alto dal ghiacciaio del Trift. O forse meglio precisare, da quel che resta del ghiacciaio che, sciogliendosi, ha dato origine al lago.

Il ponte, considerato uno dei ponti pedonali sospesi più alti e lunghi delle Alpi, è lungo 170 metri e alto 100 ed è impossibile attraversarlo senza provare un minimo di brivido e restare senza fiato perché il luogo è veramente spettacolare!

Un’escursione piuttosto facile e che regala emozioni indescrivibili, provare per credere!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Triftbrücke?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATA1h30 andata, 1h ritorno
LUNGHEZZA5.91KM
DISLIVELLO450M positivo
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSì, alla stazione a monte
ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ (con un po’ di pazienza e se abituati a camminare)
PUNTI PANORAMICINo
PARCHEGGIOSì, alla stazione a valle

Qualche immagine…

Escursioni in Appenzello: Saxerlücke e Fählensee

Tra le molte escursioni in Appenzello, vi propongo in particolare quella tra il Saxerlücke e il Fählensee. È in assoluto stata tra le più belle dell’estate scorsa: un panorama spettacolare, un susseguirsi di paesaggi da cartolina. E non sto esagerando!

Escursioni in Appenzello: unire due gioielli imperdibili in un giorno

Saxerlücke e Fählensee sono semplicemente due gioielli appenzellesi imperdibili. È possibile vederli in un’unica giornata, grazie a una delle escursioni in Appenzello che vi consiglio. Certo, bisogna percorrere un po’ di chilometri e calcolare di stare in giro tutto il giorno ma vi assicuro che ne vale assolutamente la pena. E poi la salita non è molta!

Ecco quindi l’itinerario suggerito

25 luglio 2020, Hoher Kasten (m1794) – Baritsch (m1590) – Staubern (m1751) – Huser (m1953) – Hochus (m1925) – Saxerlücke – Fählensee (m1452) – Sämtisersee (m1207) – Brülisau (m922)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

Giunti a Brülisau in auto – e dopo aver fatto fatica a trovare parcheggio perché non siamo gli unici ad aver scelto, tra le mille escursioni in Appenzello, questo itinerario – prendiamo la funivia che, in 8 minuti circa, ci porta a Hoher Kasten. Da questo punto super panoramico dell’Appenzello si ha una vista a 360 gradi pazzesca. Vi è anche un ristorante girevole per chi, prima di partire, volesse farsi una bella colazione, magari con un biberli!

Dopo esserci riempiti gli occhi, partiamo di buon passo seguendo il sentiero geologico. Ci stupiamo molto perché la prima mezzora abbondante di cammino è tutta in discesa, ciò che ci permette di guardarci in giro: davanti a noi l’Alpstein in tutta la sua bellezza, con le acque scintillanti del Sämtisersee e la cima un po’ innevata del Säntis. Poi piano piano finalmente iniziamo a salire dolcemente. È una salita abbordabile, su di un sentiero stretto che non presenta difficoltà, che porta in poco meno di due ore di cammino dall’inizio della passeggiata a Staubern. È interessante segnalare che a Staubern, dove vi è una capanna, si può arrivare anche con una gondola che sale da Frümsen.

Dopo una breve pausa, da Staubern procediamo, per un’oretta di sali e scendi, verso il Saxerlücke. Basta scorgerlo da lontano per innamorarsene all’istante. Ha una forma inconfondibile: svetta in cielo fiero e maestoso. Alle sue pendici un manto erboso, di un verde tipico dell’Appenzello, da cui si diramano come dei “denti” di roccia grigia. Il percorso di avvicinamento al Saxerlücke è piacevolissimo, le foto si sprecano, così come le deviazioni per trovare i punti migliori per ammirarlo. Il sentiero, con impareggiabile vista sul Fählensee sulla destra, ti porta molto vicino alla montagna ma in realtà non vi si sale. La si guarda da sotto, sognando di essere degli alpinisti!

Seguiamo quindi il sentiero che scende verso il Fählensee, dove arriviamo in circa venti minuti. Il Fählensee è un’altra meraviglia appenzellese, che dicono assomigli a un fiordo norvegese. Lungo e stretto, le sue acque sono scure e riflettono il cielo e le montagne circostanti, creando un gioco di luci impareggiabile. È davvero il luogo ideale per fare il nostro pic nic (anche se c’è un ristorante, dove però ci limitiamo a comprare delle birre da sorseggiare felici davanti a questa meraviglia).

Una volta rifocillati prendiamo il sentiero, che è quasi una strada, che va in direzione del Sämtisersee, un altro lago molto bello che raggiungiamo dopo una quarantina di minuti. Molta gente vi fa il bagno, noi semplicemente lo ammiriamo costeggiandolo.

La strada diventa poi carrozzabile, seppur sterrata, e va percorsa fino a Brülisau. È indubbiamente la parte meno piacevole dell’escursione e ci vuole un po’ di pazienza. La discesa è un pochino noiosa, piuttosto ripida, e le gambe fanno male. Ma arriviamo a Brülisau comunque soddisfatti, certi di aver visto, in una sola giornata, alcune meraviglie non solo appenzellesi ma anche svizzere.

Tra le escursioni in Appenzello, questa non perdetevela!

Quanta gioia ad alta quota per Saxerlücke e Fählensee?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATA5h30
LUNGHEZZA15.89KM
DISLIVELLO655M positivo, 1523 negativo
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSO
ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ (con un po’ di pazienza e se abituati a camminare)
PUNTI PANORAMICISÌ, SULL’ALPSTEIN
PARCHEGGIOSÌ, A BRÜLISAU, MA ARRIVARE PRESTO!

Qualche immagine…

Arnisee Trail: quel che non ti aspetti!

Per l’ultima racchettata di questo inverno abbiamo scelto l’Arnisee Trail, nel Canton Uri. Un’escursione che non conoscevamo ma che ci ha davvero sorpreso per l’inattesa bellezza e la semplicità del percorso, così come per la pace dei luoghi visitati. Gli itinerari da percorrere con le racchette, inoltre, sono due, ciò che dà la possibilità di scegliere la lunghezza di questa bella gita urana.   

Il punto forte dell’Arnisee Trail? L’omonimo laghetto ghiacciato

Tutta l’escursione è molto piacevole e si svolge in un paesaggio invernale incantato. Ma ciò che rende speciale l’Arnisee Trail è l’omonimo laghetto ghiacciato: uno specchio d’acqua non molto grande in cui si specchia il Bristen, una montagna dalla forma piramidale, considerata il simbolo del Canton Uri. Solo questo spettacolo vale la gita.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

28 marzo 2021, Restaurant Alpenblick (m1366)– Arnisee (m1368) – Ludiberg – Mittel Arni (m1290) – Vorder Arni (m1300) – Mittel Arni (1290) – Ludiberg – Rüti – Chänzeli – Arnisee (m1368) – Restaurant Alpenblick  (m1366)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

In una domenica super soleggiata partiamo da Intschi, un piccolo paese urano di cui ignoravamo l’esistenza, dove prendiamo un’altrettanto piccola funivia. I parcheggi sono molto comodi. In 6 minuti circa di viaggio, dove io evito in ogni modo di guardare a valle, giungiamo alla stazione a monte, dove vi è un ristorante (che in questo periodo offre il servizio take-away e che è anche albergo: date un’occhiata, si può dormire in alcuni “barili” giganti!!!) da cui parte l’escursione.

Inizialmente il sentiero costeggia il lago ghiacciato. Poi scende verso due piccoli nuclei di case: Ludiberg, dapprima, e Mittel Arni, in seguito. A Mittel Arni, tra l’altro, si può arrivare anche con la funivia che sale da Amsteg. Pare incredibile che un luogo talmente sperduto sia raggiungibile con due cabine diverse!

Qui il sentiero si divide e prendiamo quello che procede in salita. L’innevamento è ancora buono e ci fermiamo spesso ad ammirare il paesaggio. Credo sia più una scusa per riprendere fiato! Le fattorie e alcuni piccoli rifugi sembrano osservare la valle sottostante. Ben presto, alla fine della salita e dopo una discesa negli alberi un po’ birichina, che ci fa perdere la traccia, iniziamo ad intravvedere la Reuss. Attraversa Erstfeld, Attinghausen e Altdorf e poi arriva a Flüelen, dove si getta nel lago di Uri, braccio del lago dei Quattro Cantoni.

Giungiamo a Vorder Arni, dove facciamo una prima pausa proprio per ammirare questo paesaggio. Peccato solo che, grazie alla solita disattenzione, faccio cadere la borraccia e perdo tutto il thé caldo che avrebbe allietato la nostra pausa!

Ritorniamo poi verso Mittel Arni seguendo un altro sentiero – l’itinerario è infatti circolare – e ancora verso Ludiberg. Anche qui, rispetto all’andata, scegliamo di percorrere un altro sentiero che, attraversando il bosco in salita e mettendoci a dura prova, ci riporta al lago.

Una volta sullo specchio d’acqua vale la pena fare una piccola deviazione, salire a Chänzeli per poi tornare all’Arnisee. Volendo il sentiero continua verso Diessenbrunnen, Torli e la Bergkappelle. Noi però questa volta scegliamo di rilassarci e di goderci una giornata incredibilmente primaverile in un paradiso ancora invernale.

Una racchettata circolare facile ma non scontata in un piccolo paradiso invernale. Assolutamente da segnare!

Quanta gioia ad alta quota per l’Arnisee Trail?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATA1H45 CIRCA
LUNGHEZZA5.4 KM
DISLIVELLO256M
DIFFICOLTÀWT2
RISTORO SUL PERCORSOAll’inizio, al ristorante Alpenblick
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Weekend in Svizzera in inverno: la magia della Lötschental

Sono legata ai posti che conosco, sono un po’ abitudinaria, mi piace tornare dove mi sento a casa. Nel contempo però amo le nuove scoperte, mi incuriosiscono e mi entusiasmano. Ed è successo anche con la Lötschental. Non la conoscevo, di lei avevo letto solo che la chiamano la “valle magica”. E ho capito presto il perché. Non la conoscete? Ecco allora un paio di idee per scoprirla, utili per trascorrere uno specialissimo weekend in Svizzera in inverno.

Racchette? Passeggiate? Sci? Nella Lötschental c’è tutto ciò che rende speciale un weekend in Svizzera in inverno

Pur se piccola, la Lötschental – una valle ben lontana dai grandi centri turistici e con pochi villaggi ancora autentici – offre diverse possibilità di svago, dallo sci allo sci di fondo, dalle passeggiate alle escursioni con le racchette. Noi abbiamo deciso di partire per un weekend e di lasciare gli sci a casa. L’obiettivo era stare nella natura, in luoghi possibilmente deserti e soleggiati, per recuperare un po’ di stanchezza e staccare dalle giornate, ormai purtroppo tutte uguali, di questo periodo ancora contraddistinto dalla pandemia.

In questo articolo mi concentro quindi su tre escursioni, fattibili sia a piedi sia con le racchette, che ci hanno regalato due giornate speciali.

1. Emozioni ad alta quota sul sentiero più alto d’Europa!

27 febbraio 2021, Hockenhorngrat (3111 m) – punto panoramico – Hockenhorngrat (3111m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Ebbene sì! Avete letto bene! Nella Lötschental c’è un’escursione invernale molto particolare che, oltre a essere cortissima, facile e a portata di tutti, si svolge sul sentiero più alto d’Europa e offre un panorama spettacolare. Per arrivarci bisogna salire fino all’Hockenhorngrat con i locali impianti di risalita.

Si prende la teleferica a Wiler, dove vi sono ampie possibilità di parcheggio, e in pochi minuti si arriva a Lauchernalp. Da lì si sale ancora, dapprima con due seggiovie e in seguito con una cabinovia, e si arriva all’Hockenhorngrat, a 3’111 metri! Scesi dalla cabina ci si dirige a piedi verso sinistra, seguendo il sentiero. All’inizio sembra di essere sulle piste da sci ma in realtà non ci si dà nessun fastidio con gli sciatori.

La passeggiata è breve (per andata e ritorno calcolare una quarantina di minuti) ma intensa: il fiato manca, e non solo per l’altitudine, ma anche e soprattutto perché si gode di una vista mozzafiato sulle vette circostanti. Qualche esempio? Il Cervino, il Dôme, il Monte Bianco…

A onor del vero, prima di scendere, abbiamo fatto anche una piccola deviazione che, percorrendo il sentiero dedicato allo sci escursionismo, ci ha permesso di addentrarci ancor di più in questo panorama stupendo e di arrivare proprio davanti al Kleinhockenhorn. Una meraviglia per gli occhi!

Si ritorna poi agli impianti di risalita seguendo lo stesso percorso e si scende nuovamente fino a Lauchernalp.

Consiglio di fare questa breve passeggiata con il bel tempo e di unirla all’escursione circolare che racconto sotto la Gallery.

2. Itinerario ad anello a Lauchernalp, il regno delle famiglie

27 febbraio 2021, Lauchernalp (1968m) – Hockenalp (2048m) – Stafel (2100m) – Lauchernalp (1968m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Lauchernalp è un terrazzo sulla Lötschental. Un terrazzo formato da una serie di rustici romantici, dove il sole batte da mattina a sera, dove si scia, dove si passeggia e dove si possono fare escursioni con le racchette.

Noi abbiamo scelto un classico della regione, un itinerario circolare – percorribile sia a piedi che con le racchette, a dipendenza della quantità di neve – che da Lauchernalp porta dapprima a Hockenalp, in seguito a Stafel e infine nuovamente a Lauchernalp. E che evidentemente si può percorrere anche in senso inverso. La passeggiata dura circa un’ora e mezza, si snoda su un percorso di poco meno di 5 km e ha un dislivello di 230 metri circa. Niente di difficile, quindi.

Da Lauchernalp si prende il sentiero che parte sotto l’arrivo della funivia. La prima parte è leggermente in discesa finché, dopo circa un quarto d’ora, si sale a destra, in direzione di Hockenalp. Prima di giungere a questa malga s’inizia ad intravvedere l’attrazione che, secondo noi, da sola vale la passeggiata: la cappella di Hockenalp, dedicata a Sant’Anna. Costruita nel 1959, in legno scuro, fa contrasto con il bianco della neve e il blu del cielo. Una meraviglia.

Da qui, dopo le foto di rito, si riparte in direzione di Stafel. Dopo altri 200 metri in leggera salita, si costeggia una delle due stazioni intermedie. Dopodiché, ad attenderci è lo splendido nucleo di Stafel da cui si gode di un bellissimo panorama su tutta la Lötschental. Qui inizia la discesa su Lauchernalp. Il sentiero si snoda tra i molti bellissimi rustici della collina e porta comodamente all’arrivo della teleferica. Imperdibile, anche per le famiglie!

3. Fafleralp: biglietto andata e ritorno. O solo andata?

28 febbraio 2021, Blatten (1540m) – Kühmad (1625m) – Fafleralp (1787m) – Kühmad (1625m) -Blatten (1540m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Nemmeno l’escursione verso la Fafleralp delude. In questo caso si tratta di un itinerario più impegnativo delle passeggiate appena descritte: 9 km, percorribili in massimo 3 ore (andata e ritorno) e con un dislivello di 280 metri. Se però calcolate che alla Fafleralp ci si può fermare per il pranzo o per uno spuntino, o anche solo per un aperitivo, riposandosi al sole… l’escursione si trasforma in una proposta perfetta per riempire l’intera giornata! Così come abbiamo fatto noi!

Si parte da Blatten, l’ultimo villaggio della Lötschental, dove vi sono diversi parcheggi. Ci si addentra nella Valle costeggiando il fiume Lonza. Il sentiero (che affianca la pista di sci di fondo) è in leggera salita fino a Kühmad, un piccolo villaggio costituito da stalle restaurate (ma disabitate) e da una chiesetta. Un posto dove perdersi scattando foto e dove l’unico rumore è quello del fiume che scorre.

Continuando a seguire il sentiero, tornante dopo tornante e chalet dopo chalet si giunge alla Fafleralp. Qui la vista si perde: in una direzione sulla Lötschental e sulle sue cime, tra cui il Bietschhorn, nell’altra verso i ghiacciai del Lang e dell’Anen e verso le Alpi vallesane e bernesi. In linea d’aria, infatti, non siamo per nulla lontani dal ghiacciaio dell’Aletsch. Tra l’altro, la regione Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn è iscritta nella lista del patrimonio naturale mondiale dell’UNESCO dal 2001.

Alla Fafleralp vi è un bellissimo hotel con ristorante – ci siamo ripromessi di tornare, in futuro, a trascorrere la notte – dove vale la pena fermarsi per una pausa! Il rientro è in discesa e completamente al sole, epilogo perfetto di un weekend rilassante, in un luogo lontano dal turismo di massa e dalla frenesia quotidiana.

Quanta gioia ad alta quota per la Lötschental?

Classificazione: 4.5 su 5.

I 5 laghi del Pizol: da una sfumatura di blu all’altra

Non esito a definire l’escursione ai 5 laghi del Pizol un classico svizzero. Uno di quei classici da mettere in programma in estate, possibilmente non nel fine settimana per evitare la fila sui sentieri. Un’escursione che non delude e che porta l’escursionista ad ammirare cinque laghi di montagna spettacolari e scenografici.

I 5 laghi dei Pizol: il blu la fa da padrone

I laghi che si vedono durante questa escursione, che si svolge nel Canton San Gallo, sono i seguenti: Wangsersee, Wildsee, Schottensee, Schwzarzee e Baschalvasee. I più belli sono indubbiamente il secondo e il terzo. Ma vanno visti tutti, anche perché l’itinerario non presenta difficoltà particolari.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

23 luglio 2020, Pizol Hütte (2226m) – Wangsersee (m2226), Wildsee (2435m)- Schottensee (2332m) -Schwarzsee (2372m) – Baschalvasee (2174m) – Chalchofen (1836m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

Si parte da Wangs, dove si prende una gondola fino a Furt. Da Furt si prosegue con una prima seggiovia fino a Gaffia e poi con una seconda fino alla Capanna del Pizol. A questo link trovate tutte le informazioni relative ai prezzi del biglietto.

Dalla Capanna del Pizol occorre fare una deviazione verso sinistra, che dura circa 10 minuti, per andare a vedere il primo lago, il Wangsersee, che a dire il vero non è così speciale.

Da qui poi si ritorna verso la Capanna del Pizol e ci si avvia in salita, seguendo i cartelli gialli, verso il Wildsee. Che invece è spettacolare! Noi lo abbiamo visto in un momento della giornata in cui il sole giocava a nascondino e ciò nonostante l’acqua del lago era di un azzurro molto acceso, che ci ha ricordato gli amati laghi canadesi. A nostro avviso è il lago più bello dell’intera passeggiata e merita tutte le numerosissime foto che abbiamo scattato.

Dal Wildsee si scende (circa 100 metri di dislivello) verso lo Schottensee, anch’esso splendido, più piccolo e rotondo e di un’altra sfumatura di blu. Il sentiero lo costeggia e lascia il tempo di ammirarlo, offrendo anche degli scorci imperdibili sulle montagne circostanti.

Si torna poi a salire per una trentina di minuti circa per meritarsi la vista dall’alto sul quarto lago, lo Schwarzsee. Questo lago è di un blu più scuro, tendente al verde, certamente meno spettacolare dei due precedenti ma non per questo non ideale per un pic nic rigenerante.

Si scende al lago in circa una decina di minuti – attenzione, la discesa è un po’ ripida e come sempre servono scarpe ben profilate – e da qui non manca molto per raggiungere l’ultimo lago, il Baschalvasee. Da qui in circa quaranta minuti si arriva a Gaffia, dove con la seggiovia dapprima e con la gondola in seguito si torna comodamente a Wangs.

L’escursione è bellissima e a portata di tutti. Un classico dell’estate (o dell’autunno) svizzera da non perdere!

Quanta gioia ad alta quota per i 5 laghi del Pizol?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAESCURSIONE CIRCOLARE DI 4H CIRCA
LUNGHEZZA11 KM
DISLIVELLO672M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOAll’inizio, alla Capanna del Pizol, e alla fine
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Lagh de Calvaresc: il lago a forma di cuore più famoso della Svizzera italiana

Era moltissimo tempo che avevamo nel mirino il Lagh de Calvaresc, il lago a forma di cuore più famoso della Svizzera italiana. Si trova in Val Calanca, quindi nel Grigione italiano e, lo dico subito per dovizia d’informazione, raggiungerlo richiede un buon allenamento: la salita, infatti, è piuttosto impegnativa, sia che si decida di raggiungerlo da Rossa, sia che si voglia partire dall’Alp de Bec. Ma vale decisamente lo sforzo!

Lagh de Calvaresc: quando l’attesa aumenta il desiderio!

Per qualche strana ragione era anche moltissimo tempo che rimandavamo questa escursione. Non so perché… semplicemente non c’era mai la costellazione ideale! E si sa che l’attesa aumenta il desiderio (soprattutto quando c’è di mezzo il cuore…)! 

Ecco quindi l’itinerario suggerito

7 novembre 2020, Rossa (m1070) – Ör de Sott e Ör de Sora – Alp de Calvaresc Sott (m1835) – Alp de Calvaresc Sora (m2131) – Lago Calvaresc (m2215) – Alp de Calvaresc Sora (m2131) – Capanna Boffalora (m2080) – Alp de Calvaresc Sott (m1835) – Rossa (m1070) 

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

Dopo tanto attendere questa giornata, parto da Rossa carica come una molla. Un sabato d’autunno senza una nuvola e la voglia di scaricare la settimana come migliori premesse. 

Sin da subito mi è chiaro che raggiungere il lago non sarà una passeggiata. Più il sentiero si arrampica sulla montagna e più diventa ripido, con alti scalini per chi (anche oggi!) ha gambe più lunghe delle mie. Arrivare fino a Ör de Sott, e poi de Söra, è già uno sforzo non indifferente e vanno via così i primi 400 metri di salita. Inizia poi un bosco di conifere molto fitto, all’interno del quale, che ve lo dico a fare, si continua a salire. E a far fatica. 

Quando il bosco finisce ci ritroviamo all’Alp de Calvaresc Sott. La vegetazione è bellissima. I prati sono colorati di giallo e oro mentre gli alberi, tutt’attorno, sfumano dal verde, al marrone, all’arancione. Ci guardiamo un po’ intorno, giusto per capire dove possa essere il lago, e dal rumore della cascata intuiamo la direzione. 

E quindi ancora su, ovviamente, arrampicandoci per brevi tratti anche con le mani e utilizzando le catene. Per fortuna la vista non è a strapiombo, ma attenzione al ghiaccio e di riflesso a dove mettere i piedi! Quando arriviamo all’Alp de Calvaresc Sora ci ritroviamo su una sorta di terrazza da cui si gode di una vista magnifica sulle cime della Val Calanca. E da cui si riesce finalmente a intuire dove si trova il lago! 

Non manca più molto e in circa una ventina di minuti siamo al lago. Lo scenario che si presenta davanti ai nostri occhi è splendido: le cime e le pareti attorno al lago sono innevate, ma solo nei punti in cui non batte mai il sole, creando quindi un gioco di luci molto speciale. E in realtà arrivare al lago non è sufficiente per percepire la sua naturale forma di cuore, bisogna salire ancora! Sembra uno scherzo – del resto l’amore non lo è, ogni tanto? – ma non lo è! Fortunatamente però si tratta davvero solo di 5 minuti, ma 5 minuti fondamentali per godersi appieno uno spettacolo forse unico in Svizzera. Un cuore. Un cuore blu!

Questa volta la pausa pranzo (e foto, perché ci scateniamo) dura un po’ più del solito, è novembre ma sembra primavera (ok, ok, sarà l’effetto del lago a cuore che fa sentire le farfalle…) e vista la fatica fatta per salire sarebbe un peccato non godersi il momento. 

Dopo un’oretta, però, è ora di scendere, anche perché lungo il ritorno vogliamo passare a dare un’occhiata alla Capanna Boffalora, sia per evitare un pezzo di discesa che sembrava un po’ ghiacciato e quindi poco simpatico, sia per cambiare in parte itinerario. La scelta si rivela azzeccata perché la parte di sentiero che va dall’Alp de Calvaresc Sora alla Capanna Boffalora, tagliando la montagna, è veramente molto bella (anche se ci fa allungare l’escursione di circa un’oretta). La seconda parte dell’attraversata è orfana di sole e quindi riserva alcuni passaggi scivolosi, per i quali la prudenza risulta essere la migliore alleata. La Capanna purtroppo è chiusa ma… torneremo l’anno prossimo! Da qui scendiamo all’Alp de Calvaresc Sott, da dove torniamo a Rossa. Siamo distrutti, la discesa fa davvero rimpiangere la salita e le gambe e le ginocchia chiedono pietà. Il cuore, però, è felice!  

Quanta gioia ad alta quota per il Lagh de Calvaresc?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 3 H, RITORNO: 3 H
LUNGHEZZA13.7KM
DISLIVELLO1457M
DIFFICOLTÀT3
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, ALLA CAPANNA BOFFALORA
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINIANCHE NO
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Lago di Cama – Di boschi incantati, riflessi e magia

Anche se ieri sera abbiamo avuto una cenetta un po’ goliardica, la sveglia suona presto. Siamo infatti a fine ottobre e il sole, sul Lago di Cama, scende presto. Anche sull’omonima valle, ma quest’ultima rimane comunque tanto all’ombra. Consiglio quindi, se si sceglie di visitare questo luogo nei mesi autunnali, di calcolare bene l’orario di partenza per essere al lago entro le ore 12.00.

Il Lago di Cama, indubbiamente tra i laghetti alpini più belli

Ebbene sì, diciamolo subito. Il Lago di Cama merita un posto d’onore tra i laghetti alpini più belli. Sicuramente per i suoi colori e per il paesaggio che lo circonda ma anche per l’itinerario per raggiungerlo, davvero di grande rilevanza naturalistica.

Ecco qui l’itinerario per raggiungerlo

31 ottobre 2020, Cama-Ogreda (361m) – Monti di Provèsc (812m) – Lago di Cama (1270) – Monti di Provèsc (812m) – Cama-Ogreda (361m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

A Cama il parcheggio dove lasciare l’auto c’è, è gratuito e si trova in zona Ogreda. E quindi pronti, partenza, via. Il sentiero inizia subito ripido e non lascia tregua, al punto che per i primi 40 minuti di salita ti chiedi “ma perché?”. E questo, soprattutto, se la sera prima hai mangiato raclette come se non ci fosse un domani… Gli scalini sono piuttosto alti ed esigono un po’ di allenamento e, possibilmente, una gamba più lunga della mia ma poi, raggiunti i Monti di Provèsc, la salita diventa via via più abbordabile. Forse anche perché il paesaggio in cui si è immersi è unico e speciale.

Con il fiume sempre sulla sinistra, i fitti boschi che si attraversano sembrano incantati: muschi verdissimi, foglie dai mille colori, erba che sembra fieno dipinto da Van Gogh, rocce incavate sotto cui passare. Il cielo non si vede praticamente mai. Ma non te ne accorgi quasi. 

Dopo poco più 2 ore circa (a buon passo) si arriva al Lago di Cama, giusto in tempo per innamorarsi. Di lui e dell’anfiteatro di cime innevate che vi si rispecchia fiero. Attorno gli alberi assumono colori diversi a dipendenza da dove li si guarda. Il lago è calmo, talmente calmo che sembra di essere su un’isola deserta. Lo vediamo illuminato dal sole mentre ci gustiamo un panino ma poi il sole sparisce in fretta, senza portarsi via la sua bellezza. 

Torniamo quindi a valle, prestando molta attenzione perché sul sentiero vi sono moltissime foglie e, soprattutto, maledicendo gli scalini dell’ultimo tratto anche in discesa! 

Quanta gioia ad alta quota per il Lago di Cama?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2H30, RITORNO: 1.45
LUNGHEZZA11.09 KM
DISLIVELLO985M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, AL LAGO DI CAMA
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ, MA CON UN PO’ DI PAZIENZA
PUNTI PANORAMICIIL VERO PANORAMA È IL LAGO
PARCHEGGIOSÌ, A OGREDA (CAMA)

Qualche immagine…

Il ghiacciaio del Forno e la capanna del Forno, uno spettacolo da vedere

Ci sono posti, nel mondo, che finché non li vedi non credi. Posti di una bellezza talmente incredibile da farti sentire quasi fuori posto per aver osato avvicinarti. La Valle del Forno, con il ghiacciaio del Forno e l’omonima capanna, è uno di questi. E averla in Svizzera è una fortuna.

Il ghiacciaio del Forno ti lascia senza fiato

Per raggiungere il ghiacciaio del Forno ci sono due possibilità. Ed entrambe ti lasciano senza fiato. Non solo per lo sforzo che richiedono ma anche per la bellezza in cui t’imbatti. Vi è la “Normalerweg”, più facile seppur impegnativa e percorribile anche con i bambini, e poi vi è la “Panoramaweg”, decisamente più difficile e con un nome non casuale: offre infatti i più bei panorami del paesaggio circostante e passa accanto a diversi incantevoli laghi di montagna. Noi decidiamo di prendere quest’ultima all’andata, per poi tornare dalla via normale.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

19 luglio 2020, Maloja-Orden (1820m) – Lago Cavloc (1907m)- Plan Canin (1975m) -Laghetto dei Rossi (2364m) – Laghetto senza nome (2751m) – Capanna del Forno (2574m) – ultimi metri del ghiacciao del Forno (2232m) – Plan Canin (1975m) – Lago Cavloc (1907m) – Maloja-Orden (1820)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

La partenza è da Maloja. Il mio consiglio è di lasciare l’auto all’ultimo parcheggio prima del Lago Cavloc, in zona Orden. Da lì poi la prima parte di percorso è su strada carrozzabile fino al Lago Cavloc. Arrivarci per me è un po’ come tornare bambina, quando in estate ci venivo con la mia famiglia e da Maloja mi sembrava lontanissimo. E pensare che, oggi, ci abbiamo messo una quarantina di minuti e che davanti ne abbiamo ancora mooooooolti di più. Alle otto e trenta del mattino il lago è calmissimo e l’aria è ancora così fresca che si crea una nebbiolina bassissima surreale. Ma non abbiamo tempo per fermarci e quindi proseguiamo con passo spedito fino a Plan Canin.

A Plan Canin il sentiero si dirama: andando diritti si percorre la “Normalerweg” per andare alla Capanna del Forno, mentre svoltando a sinistra si prende la “Panoramaweg”. Noi decidiamo di prendere quest’ultima, per poi tornare dalla via normale.

Iniziamo quindi a salire in direzione Passo del Muretto e Capanna del Forno e poi, dopo circa tre quarti d’ora di salita, seguiamo le indicazioni disegnate sulle pietre in direzione della Capanna del Forno. Arriviamo al Laghetto del Rossi, ancora innevato, da dove si gode di una vista eccezionale sul Lago Cavloc e su parte dell’Alta Engadina. Riprendiamo un po’ di forze e torniamo a salire per altri tre quarti d’ora. È una salita piuttosto impegnativa, che chiede una gamba un po’ allenata e scarpe giuste. Inizia a fare caldo quando arriviamo in cima alla salita e davanti a noi si ergono, maestose da far impressione, le montagne della Valle del Forno.

Dentro di me molte emozioni, che non si placano perché la tratta mancante richiede davvero molta concentrazione, soprattutto a chi, come la sottoscritta, soffre di vertigini. Il sentiero, pur spianando, taglia infatti la montagna e sotto di noi… il vuoto! Sono tre quarti d’ora lunghi, per me che parlo poco quando sono tesa, e per mio marito che deve gestire le mie emozioni. Ma va tutto bene e il luogo in cui arriviamo, un laghetto blu in parte ghiacciato, incastonato nelle pietre, scioglie tutta la tensione. È davvero magnifico. Appena superato il laghetto poi si vede lui, il ghiacciaio del Forno.

Magia. È bianco, sembra una pennellata perfetta tra le montagne grigie e imponenti. Si staglia contro alcune nuvole bianchissime che corrono nel cielo blu, al punto che assomiglia essere una loro continuazione. E a me sembra unico e immenso, anche se so molto bene che, negli anni, ha purtroppo perso molti metri.

Da qui in una mezzoretta arriviamo alla Capanna del Forno. La discesa di 200 metri di dislivello, è speciale, perché hai sempre davanti il ghiacciaio e ti permette di fissarlo negli occhi e nel cuore.  

Alla Capanna del Forno recuperiamo le forze con un ottimo pranzetto in terrazza. Le persone normali, penso, si godrebbero il pomeriggio qui, prendendo il sole e riposandosi dopo poco meno di 5 ore di marcia. Ma noi non siamo normali. E quindi torniamo a Maloja, questa volta prendendo la Normalerweg.

Anzitutto scendiamo al livello del ghiacciaio, dove lo si può toccare (e come non farlo?). Questa discesa, che dura circa un’oretta, non è bellissima, dobbiamo fare molta attenzione a dove mettiamo i piedi perché il terreno è sdrucciolevole. In compenso è molto bello il panorama. L’ora seguente è invece più tranquilla e ci riporta, con il fiume sempre sulla destra a tenerci compagnia, al Plan Canin, chiudendo il cerchio. Da qui torniamo al Lago Cavloc e, infine, a Maloja. Siamo distrutti, le gambe sono doloranti ma la felicità è tanta. Non siamo andati lontano da casa ma porto via con me la stessa ricchezza come se fossimo stati dall’altra parte della terra.

Quanta gioia ad alta quota per il ghiacciaio del Forno e la Capanna del Forno?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA 4H50, RITORNO 3 H
LUNGHEZZA19.45KM
DISLIVELLO1410M
DIFFICOLTÀT3/T3+
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, ALLA CAPANNA DEL FORNO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINIEVENTUALMENTE LA NORMALERWEG
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…