Escursione al Pizzo Leone – Una serie di punti panoramici sul Lago Maggiore

L’escursione al Pizzo Leone è stata, in assoluto, la prima fatta in solitaria. È successo perché quella domenica di ottobre prometteva davvero troppo bene per non essere sfruttata. C’era un sole fantastico e temperature decisamente sopra la media stagionale. E così ho osato e non me ne sono pentita. Ogni tanto basta davvero poco! 

L’escursione al Pizzo Leone è a portata di tutti

Per la mia prima gita da sola ho scelto una meta relativamente facile e adatta davvero a tutti, che abbina uno sforzo non troppo importante a una serie quasi infinita di splendidi punti panoramici sul Lago Maggiore.  Un’escursione che, mio consiglio personale, forse non farei tra luglio e agosto, visto che l’itinerario per la maggior parte è al sole. 

Ecco quindi l’itinerario consigliato

11 ottobre 2020, Porera (1043m) – Chiesetta di Pozzuolo (1181m)– Alpe di Naccio (1395m)– Monte Leone (1659m)– Alpe di Naccio (1395m)– Corona di Pinz (1294m)– Porera (1043m)

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Pronti, partenza, via!

Sono partita dai Monti di Ronco, per la precisione zona Porera. Trovare il posto è meno difficile di quel che può sembrare. Dopo i Monti di Ronco basta continuare a salire, in auto, finché non si raggiunge una serie di parcheggi laterali sulla destra, al termine della quale c’è una barriera. Ho parcheggiato lì. 

Il primo pezzo di cammino lo si fa su strada asfaltata finché non si arriva alla Chiesetta di Pozzuolo. Qui, sulla destra della strada, si prende il sentiero e s’inizia a salire in direzione dell’Alpe di Naccio.  

È una salita che si percorre volentieri e che non pone difficoltà. In grande (grandissima) parte sotto il sole e in piccola (piccolissima) parte nel bosco, la vista è sempre e comunque magnifica e in un’oretta si arriva all’Alpe di Naccio. 

Da qui si vede, poco sopra le ultime case, un belvedere con una croce. Si capisce presto che vale la pena raggiungerlo per fare una pausa, godersi il panorama e riprendere fiato prima del pezzo finale. Alla Croce, infatti, il sentiero si dirama ed entrambe le vie portano al Pizzo. Io ho scelto di andare verso destra e vi consiglio di fare lo stesso. Dopo più o meno una mezzoretta di salita convinta si arriva al Pizzo Leone: una meraviglia! 

La vista è a 360 gradi e spazia dal vicino (sembra…) Gridone, alla parte italiana del Lago Maggiore, al Gambarogno, al Piano di Magadino, a Locarno, ad Ascona e, appena sotto, a Brissago. Ci sono diversi punti strategici per fare un pic nic e mentre mi guardo intorno mi chiedo perché ci ho impiegato una vita intera per salire fino a qui. 

E mi chiedo anche perché non ho mai avuto il coraggio di fare un’escursione in solitaria. Eppure non sono caduta, non mi sono persa, non mi sono fatta male e sono riuscita a godermi ogni attimo! 

Il sentiero per tornare all’auto è lo stesso e quindi basta percorrerlo al contrario. Visto che non ero ancora stanca, però, e che avevo ancora un po’ di tempo, ho optato per una veloce deviazione alla Corona dei Pinci (o Corona di Pinz). 

Si tratta di aggiungere una ventina di minuti di cammino, prevalentemente in pianura, prendendo il sentiero, ben segnalato, che parte subito sotto l’Alpe di Naccio e che passa da Casone. Ne vale davvero la pena: anche dalla Corona dei Pinci, infatti, la vista su Locarno e sul Delta della Maggia è strepitosa e, da lì, la discesa su Porera è poi molto veloce.  

Sono una luganese DOC, o luganocentrica, o sbröia, o luganesina… ma questa escursione tutta locarnese la consiglio caldamente perché è strepitosa! 

Quanta gioia ad alta quota per il Pizzo Leone?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2H CIRCA, RITORNO 1H CIRCA
LUNGHEZZA4.2 KM
DISLIVELLO 605 M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICISÌ… TANTISSIMI E UNO PIÙ BELLO DELL’ALTRO
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Una splendida passeggiata autunnale in Ticino: il lago di Sfille

Ci sono colori che solo l’autunno sa regalare. Sfumature che non trovi in nessun’altra stagione. Il verde che diventa arancione, l’arancione che diventa giallo, il giallo che diventa oro… sembra incredibile ma con una splendida passeggiata autunnale in Ticino ti rendi conto che è tutto vero.

La splendida passeggiata autunnale in Ticino che mi è rimasta nel cuore

Manco a dirlo, l’escursione al Lago di Sfille mi è rimasta nel cuore. Un luogo di straordinaria bellezza. Una giornata indelebile nell’Alta Vallemaggia. Paesaggi e colori unici. Un cielo perfetto. E la compagnia giusta. Se vi fidate di me, mettete il Lago di Sfille in agenda per il mese di ottobre!

Ecco quindi l’itinerario suggerito

7 ottobre 2020, Cimalmotto (m1402) – Fiümigna (m1285) – Alpe di Sfii (m1631) – Lago di Sfille (m1910) – Alpe di Sfii (m1631) – Fiümigna (m1285) – Cimalmotto (m1402)

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Pronti, partenza, via!

La partenza è da Cimalmotto, paese in cima alla Vallemaggia (e più precisamente nella laterale Valle Rovana) che non avevo mai visitato. E mi chiedo perché, visto che è un posto meraviglioso, di quelli che non appena ci arrivi ci vorresti trascorrere un intero weekend di relax. A raggiungerlo ci vogliono diversi chilometri e diversi tornanti sino e dopo Cerentino. Forse è per questo che non ci ero ancora venuta! Ma ne vale la pena.

E vale anche la pena fare un sforzo in più, infilare gli scarponcini e salire a piedi fino al Lago di Sfille. Perché quel che si raggiunge è un luogo di infinita bellezza, che mi ha stregata e che, in men che non si dica, è entrato nella classifica delle gite più belle del 2020.

Ma andiamo con ordine. Si può lasciare l’auto all’inizio del paese, dove vi è un parcheggio all’altezza della fermata dell’Autopostale. Da lì si parte a piedi seguendo i cartelli gialli.

L’inizio è in discesa, su strada asfaltata. Si attraversano diversi nuclei di rustici, uno più bello dell’altro, finché inizia il bosco e si prende un sentiero che scende sulla destra, da percorrere fino a raggiungere un ponticello e poi Fiümigna. Sembra di essere in una foresta incantata!

Da qui si comincia a salire in modo piuttosto deciso, sempre nel bosco. I colori sono pazzeschi. Sarà che è autunno, sarà che c’è un sole meraviglioso, ma gli alberi e le loro foglie sfumano dal verde al giallo, dall’arancione all’oro. Sotto, sulla sinistra, si intravvede (e si sente!) il fiume che scorre e alcune bellissime pozze turchesi, che se fosse estate…

Bisogna fare un po’ di fatica ma quando il bosco finisce e ci si ritrova all’Alpe di Sfii si coglie la prima grande soddisfazione della giornata: tra i larici colorati si apre un pianoro dove trovano spazio diversi rustici e, sopra, le bianche cime innevate lo illuminano.

Il tempo di meravigliarsi e – invece che salire in direzione del Lago dei Pozzöi o del Lago Gelato – ripartiamo prendendo il sentiero che scende fino al torrente. Superiamo il ponte e ritorniamo a salire, girandoci moltissime volte a guardare l’Alpe di Sfii illuminata. Io sono felicissima ed entusiasta. È tutto incantevole! Dall’Alpe di Sfii all’omonimo Lago ci sono ancora circa 300 metri di salita, resa più impegnativa dalla morbida coltre nevosa appena caduta, che nelle zone d’ombra non si è ancora sciolta. Ma con un po’ di concentrazione non ci sono problemi.

Dopo il Piano delle Vacche il lago si fa desiderare, sembra sempre dietro il prossimo tornante… e non c’è mai! Ma poi ci arriviamo ed è subito amore. Il Lago di Sfille è meraviglioso, di un azzurro tanto intenso quanto brillante. Tutt’intorno gli alberi sono un po’ gialli, un po’ arancione e un po’ dorati. E le rocce ricoperte di una neve ancora bianchissima. Osserviamo il lago rapiti, mentre pranziamo sulle rocce che lo sovrastano; il sole di mezzogiorno alto nel cielo lo fa sembrare uno specchio magico. Tornare a Cimalmotto è quasi un peccato!

In discesa serve fare molta attenzione a non scivolare, soprattutto nel primo pezzo dove vi è la neve che si sta sciogliendo. Per il resto non incontriamo difficoltà e nel giro di un’ora e trenta circa siamo alla macchina.

Rientriamo a casa soddisfatti, con gli occhi pieni di magnifici colori autunnali e il cuore colmo delle mille sfumature dello Sfille.

Quanta gioia ad alta quota per il Lago di Sfille?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2.30 H CIRCA, RITORNO : 2 H CIRCA 
LUNGHEZZA12.67 KM
DISLIVELLO 902M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
SORGENTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICINO… MA È TUTTO UN PANORAMA!
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Escursione al Monte Ferraro – Una vista a 360 gradi sul Sottoceneri

Quando si dice che sopra le nuvole c’è sempre il sole… Salendo in auto la famosa Penüdria, che da Gravesano porta ad Arosio, avevamo davvero il dubbio che potesse essere il giorno sbagliato per un’escursione al Monte Ferraro: c’era decisamente tanta, tantissima nebbia.

Con il sole l’escursione al Monte Ferraro offre un panorama spettacolare!

La nebbia però, arrivati ad Arosio, si è dissolta e ha fortunatamente lasciato posto al sole! Per fortuna, perché dalla cima del Monte Ferraro si gode di una fantastica vista a 360 grandi su tutto il Sottoceneri… e quindi sarebbe davvero un peccato fare questa gita con il brutto tempo.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

24 ottobre 2020, Arosio (929m)- La Bassa (1367m) – Monte Ferraro (1493m)- Böscior (1139m) – Arosio (929m)

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Pronti, partenza, via!

Superato, in auto, il nucleo di Arosio, si parcheggia l’auto all’inizio della strada per i Monti. Non si può sbagliare, ci sono un piccolo spazio per 5-6 macchine e una barriera.

Ci avviamo a piedi seguendo la strada asfaltata. Il sentiero parte dolce, in mezzo a uno splendido bosco di castagni, ed è ben segnalato. Subito dopo aver preso la prima deviazione sulla sinistra, invece, di dolce rimane soprattutto il profumo del bosco e delle foglie ancora bagnate dal giorno precedente… perché si inizia a salire in modo più deciso! I colori autunnali delle betulle e dei faggi però sono talmente belli che non ci rendiamo nemmeno conto di fare fatica.

Arriviamo piuttosto velocemente a uno splendido punto panoramico, da dove si vede molto bene il primo tratto della traversata Lema-Tamaro (“Quando la rifacciamo???”), e poi riprendiamo la salita. L’ottima cena della sera prima si fa decisamente sentire (o forse è il vino?) ma siamo qui anche per bruciarla e quindi continuiamo a salire fino ad arrivare a un pianoro denominato La Bassa. Qui il panorama inizia a suggerire alla fotografia. Non solo. Immediatamente, alzando lo sguardo, scorgiamo l’omino di sassi del Monte Ferraro: significa che manca davvero poco!

Seguiamo il sentiero che svolta a destra. In linea d’aria manca davvero poco, sì, ma l’ultimo pezzo è bello in piedi e, soprattutto, sul percorso riposano in modo molto poco pacifico diversi cuccioli di highlander, le mucche scozzesi. Non è che hanno proprio voglia di lasciarci passare: oltre a guardarci di sbieco masticando erba ci fanno sentire veramente due intrusi! Ma la fortuna è dalla nostra parte: accanto a noi c’è un gruppo di ragazze intente a fare pic nic e quindi i simpatici padroni di casa sono più attratti da loro e noi riusciamo a passare un po’ di corsa e (quasi) inosservati.

Quindi ecco, per arrivare in cima bisogna fare uno sforzo in più! Però ne vale davvero la pena. Fatti gli ultimi metri ci si ritrova infatti spiazzati da un panorama pazzesco. La vista è a 360 gradi e in una giornata splendida e tersa come quella di oggi si vede tutto. Dalla Cima dell’Uomo al Pizzo di Claro, dal Camoghé al Gazzirola passando per il Monte Bar, dai Denti della Vecchia al Monte Boglia, dal Generoso al San Salvatore, dal Monte Lema al Monte Tamaro. E in lontananza la Dufourspitze. E chissà quante cime sto dimenticando. Voilà: ora è davvero il momento di sbizzarrirsi con scatti e selfie panoramici.

Pranziamo davanti a questa meraviglia, facciamo – appunto – le foto di rito e poi scendiamo. Giunti alla Bassa, decidiamo di non seguire la via percorsa all’andata ma di rendere circolare l’itinerario, prendendo quindi la deviazione sulla destra, che scende verso Arosio. Dopo una ventina di minuti il sentiero si trasforma in strada sterrata e poi asfaltata.

Siamo presto alla macchina, in tempo per raccogliere qualche castagna. Nel periodo autunnale, infatti, questa zona è molto generosa e, se avete dei bambini, saranno felici di scorrazzare sotto gli alberi. Noi invece, oltre ad aver recuperato facilmente la cena, siamo felici di aver conosciuto meglio anche questa terrazza su parte del Ticino.

Quanta gioia ad alta quota per il Monte Ferraro?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 1.30 H CIRCA, RITORNO : 1 H CIRCA
LUNGHEZZA9 KM
DISLIVELLO564m
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
PUNTI PANORAMICIDIVERSI
ADATTO AI BAMBINI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

La Val Bavona da non perdere

La Val Bavona è da non perdere. Tutta. È un concentrato di tipicità. Un ritorno al passato del Ticino. Un angolo selvaggio dove la natura riposa in pace, lontano dai ritmi frenetici quotidiani.

Val Bavona da non perdere: la Val Calnègia e la cascata di Foroglio

Per conoscerla, e per amarla, bisogna visitare due luoghi: Foroglio e la sua cascata e la Val Calnègia.

Di Foroglio non puoi non innamorarti. È un villaggio che racchiude in sé tutte le tipicità della Valle Bavona. Case vicine e in pietra, tetti triangolari, piccole finestrelle prendi luce e giardini curati. Il rumore più presente è sicuramente quello della famosissima cascata. Fragoroso. Scrosciante. Rimbombante. Quasi a voler evidenziare da dove si butta. E in effetti si butta da Puntid, poco meno di 200 metri sopra, all’inizio della Val Calnègia. Tutta da scoprire.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

27 settembre 2020, Foroglio (682m)- Puntid (886m) – Gerra (1044m) – Calnègia (1108m) – Gerra (1044m) – Puntid (886m) – Foroglio (682m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

Per addentrarsi nella Val Calnègia e arrivare a Puntid si sale un ripido sentiero, fatto prevalentemente di scalini che ti tolgono un po’ il fiato. Ma a togliere il fiato, a dire il vero, è Puntid, con le sue casette in pietra, così disordinatamente ordinate, ma soprattutto con il suo inconfondibile ponticello, che sovrasta acque limpidissime.

Da qui si procede comodamente lungo la Val Calnègia, sempre costeggiando il fiume, e in pochi minuti si giunge alla deviazione per la Splüia Bela, un’abitazione sotto un’enorme roccia, abbandonata, che vale la pena visitare.

Proseguendo si arriva al secondo nucleo, quello di Gerra. È severa, Gerra, e dalle sue costruzioni sotto roccia trasuda storia: è facile immaginare come i nostri contadini vivessero qui, adattandosi all’ambiente circostante.

Da qui ci vogliono ancora venti minuti circa per arrivare a Calnègia, il terzo maggengo. È una giornata un po’ grigia e come in una cartolina il verde dei pascoli fa risaltare il nucleo di case e le montagne che lo sovrastano. È un altro luogo magico, dove mangiare un panino e immaginare, là sopra, i laghi della Crosa e di Formazzöö già un po’ innevati (che è da due estati che vogliamo vedere!).

Per tornare a Foroglio basta percorrere il sentiero nel senso inverso. Basta un’oretta. Ma è un’oretta trascorsa in un Ticino tanto autentico da farti desiderare di riviverlo.

Se non vi accontentate di sentire il rumore della cascata, ma volete anche provare a sfiorarla, poco prima di arrivare in paese basta prendere la deviazione seguendo le indicazioni. Ci vogliono 5 minuti, scarpe adatte e un minimo di attenzione.

Quanta gioia ad alta quota per Foroglio e la Val Calnègia?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 1.30 H CIRCA, RITORNO: 1H CIRCA
LUNGHEZZA8.54KM
DISLIVELLO503M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICINO
PARCHEGGIOSÌ, A FOROGLIO

Qualche immagine…