Capanna Quarnei – Un must tra le escursioni estive in Ticino

È una domenica di giugno ma è come se fosse estate inoltrata. Danno molto sole e molto caldo, premessa ideale per lasciare la città e andare a cercare un po’ di frescura in alta quota. Con me oggi ci saranno delle amiche speciali che ho conosciuto grazie ai social network – e che saluto 🙂 – e una di loro si trova già in Val Malvaglia. Ecco quindi che la scelta della meta cade facilmente sulla Capanna Quarnei. È un’escursione speciale, che ti avvicina all’alta montagna senza però chiederti uno sforzo eccessivo, e che soprattutto ti porta in un luogo davvero meraviglioso, dove fermarsi per ore a guardare le cime circostanti e ad ascoltare il rumore dell’acqua che, quasi ovunque, ti accompagna.

Da Cusié alla Capanna Quarnei, andata senza ritorno

Raggiungere la Capanna Quarnei davvero non è difficile: vi si arriva dopo circa un’ora e trenta di camminata da Cusié. La Capanna si trova su un pianoro che domina la Val Malvaglia, un pianoro da cui la vista può arrivare fino all’Adula. Quindi ogni volta che alzo lo sguardo sogno di salire sulla vetta più alta del Ticino. E di non tornare da tanto è bello. Scherzi a parte, per il ritorno si può scegliere un sentiero alternativo.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

13 giugno 2021, Cusié (m1651) – Alpe della Bolla (m1644) – Alpe di Prato Rotondo – Ürbell (m2059) – Capanna Quarnei (m2107) – Alpe di Quarnei (m2045) – Alpe di Pozzo (m1886) – Cusié (m1651)

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Pronti, partenza, via!

Lasciamo l’auto a Cusié. Vale la pena fare una premessa: da Malvaglia la strada è lunga e, a dirla tutta, nemmeno troppo comoda. Soprattutto superato lo splendido nucleo di Dandrio, composto da diverse case di pietra, diventa molto stretta e con diversi tornanti. Il mio augurio? Evidentemente quello di non incontrare un’altra macchina che scende!

A Cusié fortunatamente vi sono diversi parcheggi e il sentiero è subito ben visibile. Oltretutto, per chi fa fatica a carburare, parte pure in discesa, all’ombra di un bosco molto verde. Ma l’illusione dura poco! Dopo aver raggiunto in una ventina di minuti l’Alpe delle Bolla, cominciamo a salire.

Dapprima dolcemente, fino ad arrivare a un ponticello, che attraversiamo. Si capisce che è inizio stagione perché c’è tantissima acqua e il rumore quasi assordante. Bellissimo!

Da qui il sentiero si fa più ripido. In una ventina di minuti arriviamo all’Alpe di Prato Rotondo. La vista si apre sulla Val Malvaglia da una parte e sulle cime ancora innevate dall’altra. Cominciamo a far fatica perché fa molto caldo ma non ci perdiamo d’animo in quanto il sentiero, in questa tratta che è la più ripida, fortunatamente è all’ombra. Camminiamo per una buona mezzora in salita, che a dire il vero diventa molto di più perché ogni scusa è buona per fermarsi a chiacchierare e a riprendere fiato! Se non altro in questo modo non ci accorgiamo di questi 300 metri di dislivello.

Arriviamo ad Ürbell ed è un primo sussulto. Un prato verde, verdissimo, con 5-6 cascine: dietro, imponenti e rocciose, le montagne, davanti una vista spaziale sulla Val Malvaglia. La pausa foto è d’obbligo e ci fermiamo una decina di minuti. Si vede in lontananza la Capanna Quarnei, che raggiungiamo in una decina di minuti.

Anche la Capanna è molto bella e sono molto accoglienti. Ci troviamo talmente bene che la pausa pranzo si trasforma quasi in una merenda e ci prepariamo per scendere ormai a pomeriggio inoltrato.

Per la discesa optiamo per un altro sentiero, così da non ripetere quello dell’andata, e ci dirigiamo quindi verso l’Alpe di Quarnei. A mio avviso è il punto più bello dell’escursione. Potrei fermarmi per ore ad ammirare il paesaggio, le montagne, l’Adula in lontananza. In Ticino abbiamo la fortuna di avere molti luoghi splendidi ma questo, se dovessi stilare una top ten, vi rientrerebbe.

Prendiamo il sentiero che dopo le stalle scende a sinistra e che in una ventina di minuti ci porta all’Alpe di Pozzo. In alto si sta sciogliendo talmente tanta neve che le due cascate sono in piena. Da qui il sentiero diventa strada sterrata fino a Cusié. Questa tratta, che dura circa mezzora, non è bellissima, devo essere onesta, ma ci siamo talmente riempite gli occhi (e il cuore) in precedenza che va bene così.

Un’escursione speciale in un posto speciale, per quella che a mio avviso è una delle escursioni da fare durante l’estate ticinese. Portando un costume!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione alla Capanna Quarnei?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 1H30 CIRCA, RITORNO: 1H15
LUNGHEZZA8.46 KM
DISLIVELLO568M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, ALLA CAPANNA QUARNEI
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ SE ABITUATI A CAMMINARE
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOA CUSIE

Qualche immagine…

I 5 laghi del Pizol: da una sfumatura di blu all’altra

Non esito a definire l’escursione ai 5 laghi del Pizol un classico svizzero. Uno di quei classici da mettere in programma in estate, possibilmente non nel fine settimana per evitare la fila sui sentieri. Un’escursione che non delude e che porta l’escursionista ad ammirare cinque laghi di montagna spettacolari e scenografici.

I 5 laghi dei Pizol: il blu la fa da padrone

I laghi che si vedono durante questa escursione, che si svolge nel Canton San Gallo, sono i seguenti: Wangsersee, Wildsee, Schottensee, Schwzarzee e Baschalvasee. I più belli sono indubbiamente il secondo e il terzo. Ma vanno visti tutti, anche perché l’itinerario non presenta difficoltà particolari.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

23 luglio 2020, Pizol Hütte (2226m) – Wangsersee (m2226), Wildsee (2435m)- Schottensee (2332m) -Schwarzsee (2372m) – Baschalvasee (2174m) – Chalchofen (1836m)

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Pronti, partenza, via!

Si parte da Wangs, dove si prende una gondola fino a Furt. Da Furt si prosegue con una prima seggiovia fino a Gaffia e poi con una seconda fino alla Capanna del Pizol. A questo link trovate tutte le informazioni relative ai prezzi del biglietto.

Dalla Capanna del Pizol occorre fare una deviazione verso sinistra, che dura circa 10 minuti, per andare a vedere il primo lago, il Wangsersee, che a dire il vero non è così speciale.

Da qui poi si ritorna verso la Capanna del Pizol e ci si avvia in salita, seguendo i cartelli gialli, verso il Wildsee. Che invece è spettacolare! Noi lo abbiamo visto in un momento della giornata in cui il sole giocava a nascondino e ciò nonostante l’acqua del lago era di un azzurro molto acceso, che ci ha ricordato gli amati laghi canadesi. A nostro avviso è il lago più bello dell’intera passeggiata e merita tutte le numerosissime foto che abbiamo scattato.

Dal Wildsee si scende (circa 100 metri di dislivello) verso lo Schottensee, anch’esso splendido, più piccolo e rotondo e di un’altra sfumatura di blu. Il sentiero lo costeggia e lascia il tempo di ammirarlo, offrendo anche degli scorci imperdibili sulle montagne circostanti.

Si torna poi a salire per una trentina di minuti circa per meritarsi la vista dall’alto sul quarto lago, lo Schwarzsee. Questo lago è di un blu più scuro, tendente al verde, certamente meno spettacolare dei due precedenti ma non per questo non ideale per un pic nic rigenerante.

Si scende al lago in circa una decina di minuti – attenzione, la discesa è un po’ ripida e come sempre servono scarpe ben profilate – e da qui non manca molto per raggiungere l’ultimo lago, il Baschalvasee. Da qui in circa quaranta minuti si arriva a Gaffia, dove con la seggiovia dapprima e con la gondola in seguito si torna comodamente a Wangs.

L’escursione è bellissima e a portata di tutti. Un classico dell’estate (o dell’autunno) svizzera da non perdere!

Quanta gioia ad alta quota per i 5 laghi del Pizol?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAESCURSIONE CIRCOLARE DI 4H CIRCA
LUNGHEZZA11 KM
DISLIVELLO672M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOAll’inizio, alla Capanna del Pizol, e alla fine
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Escursione al Pizzo Pécian – Un’allucinazione che si trasforma in realtà

Ci avevo già provato l’anno scorso, a salire al Pécian, ma l’avevo fatto arrampicandomi dai laghi di Chièra, seguendo delle tracce improbabili. E non era stata una grande idea: quando avevo realizzato che, se mi fosse scivolato un piede, sarei finita diretta nel lago, ero tornata indietro con la coda tra le gambe. Quindi avevo un conto aperto con l’escursione al Pizzo Pécian e…

…l’escursione al Pizzo Pécian andava assolutamente ritentata!

Oggi era la giornata perfetta per farlo! Questo mese di novembre, infatti, sta regalando giornate fantastiche e super soleggiate, perfetta per una passeggiata che si candida a diventare una delle più belle escursioni in Ticino dell’anno!

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

22 novembre 2020, Somprei (1857m) – Alpe di Chièra (2036m) – Pian Pécian (2263m) – Pécian (2662m) – Pian Pécian (2263m) – Alpe di Chièra (2036m) – Somprei (1857m)

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Pronti, partenza, via!

Arrivati a Somprei (sopra Osco), dove abbiamo parcheggiato, il termometro dell’auto segnava -2.5 gradi. Per un attimo abbiamo pensato che avremmo avuto freddo e che avremmo incontrato neve… e invece no! La temperatura era perfetta, anche se in cima tirava un po’ di vento, e neve vera e propria l’abbiamo incontrata solo negli ultimi metri prima di arrivare al Pécian. Ma non è riuscita a guastarci la festa. 

Somprei è un bellissimo nucleo di case che si affacciano con fierezza sulla Leventina. Un piccolo paradiso terrestre da cui parte il sentiero in direzione dell’Alpe di Chièra e dei laghi di Chièra. Fino all’Alpe la salita e dolce e non vi sono particolari difficoltà. Mi stupisce, solo, non trovare animali. Ma del resto, ragiono, siamo in novembre e l’inverno si avvicina. 

All’Alpe di Chièra si vede la croce della nostra meta finale. Il sentiero inizia a salire e bisogna prestare molta attenzione a non perdere la deviazione per il Pécian situata, verso nord-ovest, in prossimità di un’antenna. Non ci sono, infatti, cartelli, ma solo due scritte su due sassi vicini: sul primo sono rappresentate una croce e una freccia, sulla seconda i resti di quella che, una volta, era la scritta Pécian. 

Una volta presa la deviazione, bisogna un po’ impegnarsi per non perderla! Infatti le tracce sono un po’ confuse. Nel dubbio basta tirare dritto in direzione del Pizzo, tanto il sentiero lo si ritrova. E sale, e curva, e gira, e curva un’altra volta, e un’altra volta ancora. L’oretta di salita che ci separa dal Pécian è un continuo zigzagare, che quasi gira la testa! Guardi su, ti fermi, respiri (o sospiri) e ti dici “Dai che ci siamo!”. E invece no! Sembra sempre di essere vicini alla meta… ma è solo un’allucinazione! La vetta non arriva mai… ma quando finalmente arriva, dopo gli ultimi metri resi più difficili dalla neve presente sul sentiero… l’allucinazione si trasforma in una splendida realtà! 

Si vede, per prima cosa, la croce: tanto piccola da lontano, tanto imponente quando te la ritrovi davanti. Poi è sufficiente fare due passi in più (o meglio, trovare il coraggio di farli, per chi soffre di vertigini come la sottoscritta) per vedere, sotto, i laghi di Chièra: blu scuro, sia quello piccolo sia quello grande, e con qualche spruzzata bianca quello piccolo, già un po’ ghiacciato. Sulla sinistra, invece, si apre uno splendido scenario montano dominato dal Pécianett, dal Pizzo delle Colombe e dal Pizzo del Sole, mentre sulla destra la vista spazia senza limiti su tutta la Leventina, da Biasca al Gottardo. Il cielo è molto terso e il panorama è meraviglioso, per godercelo appieno ci concediamo quindi una pausa pranzo all’ombra (inesistente!) della croce del magnifico Pécian. 

È difficile andarsene da un posto così ma l’arietta è fresca e quindi decidiamo di scendere, concentrandoci nei primi pezzi di discesa dove c’è la neve. Arriviamo a Somprei in circa un’ora e mezza.

Per chi fosse interessato ricordo che scendendo, e una volta arrivati al famoso incrocio dove si prende la sinistra per il Pécian, c’è sempre la possibilità di salire verso i laghi di Chièra, così da ammirarli da vicino e non solo dall’alto. E vi assicuro che vale la pena fare un’ulteriore oretta di salita!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Pizzo Pécian?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2 H CIRCA, RITORNO: 1.30
LUNGHEZZA9.13 KM
DISLIVELLO843
DIFFICOLTÀT3
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBININO. IN COMPENSO CON I BAMBINI VA SI PUÒ ANDARE AI LAGHI DI CHIÈRA
PUNTI PANORAMICIASSOLUTAMENTE!
PARCHEGGIOSÌ, A SOMPREI

Qualche immagine…

Una bella escursione in Valle di Blenio: il Pizzo Rossetto

Lockdown finito, nervi ancora un po’ a fior di pelle, tanta voglia di stare all’aria aperta e forma fisica da inizio stagione, quindi ancora (decisamente) da migliorare. Queste sono le condizioni di partenza di questa bella escursione in Valle di Blenio. Bene ma non benissimo considerando che, una volta parcheggiata l’auto in paese a Olivone, ci aspettano circa 1200 metri di dislivello positivo e circa 6 ore di camminata. Ma ne vale la pena perché…

Con questa escursione in Valle di Blenio puoi godere di un panorama a 360 gradi su tutta la Valle del Sole

Dal Pizzo Rossetto, infatti, quello che si apre davanti agli occhi è uno scenario incredibile, che ripaga di tutte le fatiche del percorso circolare proposto.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

21 maggio 2020, Campo Blenio (1216m) – Ronch da Guald (1574m) – Capanna Bovarina (1870m) – Alpe di Bovarina (2006) – Passo Cantonill (1936m) – Pizzo Rossetto (2097m) – Passo Cantonill (1936m) – Ör Tamina (1852m) – Scandoàir (1566m) – Campo Blenio (1216m)

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Pronti, partenza, via!

La prima tappa da raggiungere è la Capanna Bovarina (circa 2 ore e 15 secondo i cartelli, noi ce ne abbiamo messe 2). Il primo tratto, pur se su strada carrozzabile fino alle cascine di Ronch da Guald (anche se da curva a curva si riesce a tagliare con dei sentieri un po’ improvvisati), è davvero piacevole e attraversa molti prati in fiore. Al Ronch da Guald si abbandona la strada, si prende il sentiero e si scende leggermente fino al ponticello sul fiume, per poi tornare a salire.

Qui la storia cambia. Decisamente. Dal Ronch da Guald, infatti, la salita è bella ripida e i 300 metri di dislivello per arrivare alla Capanna Bovarina mi fanno bramare un secondo caffè. Che ordino non appena arriviamo. L’aria è fresca, in cielo non c’è una nuvola e assaporarlo fuori mi ricorda quanto, per me, montagna significhi libertà. Staccare la spina. Dimenticare il quotidiano. Gioia, in una parola!

Ripartiamo alla volta dell’Alpe Bovarina, che raggiungiamo in una ventina di minuti. All’Alpe c’è una pace assoluta e c’è ancora neve, che se si sta sciogliendo. L’unico rumore, infatti, è quello dell’acqua, ben definito, che scorre verso valle. Dall’Alpe scendiamo verso Predasca facendo ben attenzione, qualche curva prima, a non perdere la deviazione per il Passo Cantonill.

Il sentiero è ben definito e piuttosto largo, taglia la montagna in orizzontale e, quindi, sale piuttosto dolcemente. A un certo punto rischiamo anche di perderlo, il sentiero! Colpa più della neve che nasconde gli amati segni bianco-rossi o del fatto che continuiamo a chiacchierare?

Improvvisamente, poi, la dolce salita si trasforma in un ripido sentiero, che percorriamo fino al Passo Cantonill. Qui ci ritroviamo davanti a un immenso prato verde, un balcone fiorito con vista su Anveuda, Dötra e le montagne ancora innevate del Lucomagno. È un posto perfetto, fidatevi, per fare picnic!!! Anche perché poi, con la pancia piena, la salita finale fino al Pizzo Rossetto (circa 25 minuti) è meno faticosa!

Al Pizzo Rossetto il panorama è fantastico e la testa, a guardare giù, a chi soffre di vertigini come me gira parecchio! E mi aiuta, inconsapevolmente, a girare su me stessa per godermi senza paura lo spettacolare panorama a 360 gradi sulla Valle di Blenio. Dal Lucomagno alla regione del Pizzo delle Colombe, dal Piz Terri alla diga del Luzzone, dall’Adula al Sosto. In una giornata così, tra l’altro, ci si rende anche conto molto bene del perché la Valle di Blenio venga chiamata Valle del Sole!

Il sole è ancora alto nel cielo ma è comunque ora di scendere. Per rientrare a Campo Blenio prendiamo il sentiero “direttissimo” che passa da Scandorair. Poco più di un’ora di discesa spacca gambe, in parte nel bosco, dove vi consiglio di prestare attenzione alle radici e… alle caviglie.

Arriviamo a Campo Blenio piuttosto stanchi ma non rinunciamo a una veloce visita all’Azienda agricola Croce, per comprare yogurt e marmellata per la colazione, meritata, del giorno dopo!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Pizzo Rossetto?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATACIRCA 6 H
LUNGHEZZA16.3 KM
DISLIVELLOCIRCA 1220 M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSI PUÒ MANGIARE ALLA CAPANNA BOVARINA
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINIPER I BAMBINI È UN PO’ LUNGA. EVENTUALMENTE SCEGLIERE DI RECARSI SOLO ALLA CAPANNA BOVARINA
PUNTI PANORAMICIDAL PIZZO C’È UN PANORAMA PAZZESCO!
PARCHEGGIO SÌ, A CAMPO BLENIO

Qualche immagine…

Lago di Cama – Di boschi incantati, riflessi e magia

Anche se ieri sera abbiamo avuto una cenetta un po’ goliardica, la sveglia suona presto. Siamo infatti a fine ottobre e il sole, sul Lago di Cama, scende presto. Anche sull’omonima valle, ma quest’ultima rimane comunque tanto all’ombra. Consiglio quindi, se si sceglie di visitare questo luogo nei mesi autunnali, di calcolare bene l’orario di partenza per essere al lago entro le ore 12.00.

Il Lago di Cama, indubbiamente tra i laghetti alpini più belli

Ebbene sì, diciamolo subito. Il Lago di Cama merita un posto d’onore tra i laghetti alpini più belli. Sicuramente per i suoi colori e per il paesaggio che lo circonda ma anche per l’itinerario per raggiungerlo, davvero di grande rilevanza naturalistica.

Ecco qui l’itinerario per raggiungerlo

31 ottobre 2020, Cama-Ogreda (361m) – Monti di Provèsc (812m) – Lago di Cama (1270) – Monti di Provèsc (812m) – Cama-Ogreda (361m)

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Pronti, partenza, via!

A Cama il parcheggio dove lasciare l’auto c’è, è gratuito e si trova in zona Ogreda. E quindi pronti, partenza, via. Il sentiero inizia subito ripido e non lascia tregua, al punto che per i primi 40 minuti di salita ti chiedi “ma perché?”. E questo, soprattutto, se la sera prima hai mangiato raclette come se non ci fosse un domani… Gli scalini sono piuttosto alti ed esigono un po’ di allenamento e, possibilmente, una gamba più lunga della mia ma poi, raggiunti i Monti di Provèsc, la salita diventa via via più abbordabile. Forse anche perché il paesaggio in cui si è immersi è unico e speciale.

Con il fiume sempre sulla sinistra, i fitti boschi che si attraversano sembrano incantati: muschi verdissimi, foglie dai mille colori, erba che sembra fieno dipinto da Van Gogh, rocce incavate sotto cui passare. Il cielo non si vede praticamente mai. Ma non te ne accorgi quasi. 

Dopo poco più 2 ore circa (a buon passo) si arriva al Lago di Cama, giusto in tempo per innamorarsi. Di lui e dell’anfiteatro di cime innevate che vi si rispecchia fiero. Attorno gli alberi assumono colori diversi a dipendenza da dove li si guarda. Il lago è calmo, talmente calmo che sembra di essere su un’isola deserta. Lo vediamo illuminato dal sole mentre ci gustiamo un panino ma poi il sole sparisce in fretta, senza portarsi via la sua bellezza. 

Torniamo quindi a valle, prestando molta attenzione perché sul sentiero vi sono moltissime foglie e, soprattutto, maledicendo gli scalini dell’ultimo tratto anche in discesa! 

Quanta gioia ad alta quota per il Lago di Cama?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2H30, RITORNO: 1.45
LUNGHEZZA11.09 KM
DISLIVELLO985M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, AL LAGO DI CAMA
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ, MA CON UN PO’ DI PAZIENZA
PUNTI PANORAMICIIL VERO PANORAMA È IL LAGO
PARCHEGGIOSÌ, A OGREDA (CAMA)

Qualche immagine…

Una splendida passeggiata autunnale in Ticino: il lago di Sfille

Ci sono colori che solo l’autunno sa regalare. Sfumature che non trovi in nessun’altra stagione. Il verde che diventa arancione, l’arancione che diventa giallo, il giallo che diventa oro… sembra incredibile ma con una splendida passeggiata autunnale in Ticino ti rendi conto che è tutto vero.

La splendida passeggiata autunnale in Ticino che mi è rimasta nel cuore

Manco a dirlo, l’escursione al Lago di Sfille mi è rimasta nel cuore. Un luogo di straordinaria bellezza. Una giornata indelebile nell’Alta Vallemaggia. Paesaggi e colori unici. Un cielo perfetto. E la compagnia giusta. Se vi fidate di me, mettete il Lago di Sfille in agenda per il mese di ottobre!

Ecco quindi l’itinerario suggerito

7 ottobre 2020, Cimalmotto (m1402) – Fiümigna (m1285) – Alpe di Sfii (m1631) – Lago di Sfille (m1910) – Alpe di Sfii (m1631) – Fiümigna (m1285) – Cimalmotto (m1402)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

La partenza è da Cimalmotto, paese in cima alla Vallemaggia (e più precisamente nella laterale Valle Rovana) che non avevo mai visitato. E mi chiedo perché, visto che è un posto meraviglioso, di quelli che non appena ci arrivi ci vorresti trascorrere un intero weekend di relax. A raggiungerlo ci vogliono diversi chilometri e diversi tornanti sino e dopo Cerentino. Forse è per questo che non ci ero ancora venuta! Ma ne vale la pena.

E vale anche la pena fare un sforzo in più, infilare gli scarponcini e salire a piedi fino al Lago di Sfille. Perché quel che si raggiunge è un luogo di infinita bellezza, che mi ha stregata e che, in men che non si dica, è entrato nella classifica delle gite più belle del 2020.

Ma andiamo con ordine. Si può lasciare l’auto all’inizio del paese, dove vi è un parcheggio all’altezza della fermata dell’Autopostale. Da lì si parte a piedi seguendo i cartelli gialli.

L’inizio è in discesa, su strada asfaltata. Si attraversano diversi nuclei di rustici, uno più bello dell’altro, finché inizia il bosco e si prende un sentiero che scende sulla destra, da percorrere fino a raggiungere un ponticello e poi Fiümigna. Sembra di essere in una foresta incantata!

Da qui si comincia a salire in modo piuttosto deciso, sempre nel bosco. I colori sono pazzeschi. Sarà che è autunno, sarà che c’è un sole meraviglioso, ma gli alberi e le loro foglie sfumano dal verde al giallo, dall’arancione all’oro. Sotto, sulla sinistra, si intravvede (e si sente!) il fiume che scorre e alcune bellissime pozze turchesi, che se fosse estate…

Bisogna fare un po’ di fatica ma quando il bosco finisce e ci si ritrova all’Alpe di Sfii si coglie la prima grande soddisfazione della giornata: tra i larici colorati si apre un pianoro dove trovano spazio diversi rustici e, sopra, le bianche cime innevate lo illuminano.

Il tempo di meravigliarsi e – invece che salire in direzione del Lago dei Pozzöi o del Lago Gelato – ripartiamo prendendo il sentiero che scende fino al torrente. Superiamo il ponte e ritorniamo a salire, girandoci moltissime volte a guardare l’Alpe di Sfii illuminata. Io sono felicissima ed entusiasta. È tutto incantevole! Dall’Alpe di Sfii all’omonimo Lago ci sono ancora circa 300 metri di salita, resa più impegnativa dalla morbida coltre nevosa appena caduta, che nelle zone d’ombra non si è ancora sciolta. Ma con un po’ di concentrazione non ci sono problemi.

Dopo il Piano delle Vacche il lago si fa desiderare, sembra sempre dietro il prossimo tornante… e non c’è mai! Ma poi ci arriviamo ed è subito amore. Il Lago di Sfille è meraviglioso, di un azzurro tanto intenso quanto brillante. Tutt’intorno gli alberi sono un po’ gialli, un po’ arancione e un po’ dorati. E le rocce ricoperte di una neve ancora bianchissima. Osserviamo il lago rapiti, mentre pranziamo sulle rocce che lo sovrastano; il sole di mezzogiorno alto nel cielo lo fa sembrare uno specchio magico. Tornare a Cimalmotto è quasi un peccato!

In discesa serve fare molta attenzione a non scivolare, soprattutto nel primo pezzo dove vi è la neve che si sta sciogliendo. Per il resto non incontriamo difficoltà e nel giro di un’ora e trenta circa siamo alla macchina.

Rientriamo a casa soddisfatti, con gli occhi pieni di magnifici colori autunnali e il cuore colmo delle mille sfumature dello Sfille.

Quanta gioia ad alta quota per il Lago di Sfille?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2.30 H CIRCA, RITORNO : 2 H CIRCA 
LUNGHEZZA12.67 KM
DISLIVELLO 902M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
SORGENTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICINO… MA È TUTTO UN PANORAMA!
PARCHEGGIO

Qualche immagine…