Scopriamo insieme la salita al Monte Bisbino!

In una splendida giornata di maggio vado alla scoperta di un altro angolo di Mendrisiotto che non conoscevo, il Monte Bisbino. Un’escursione non esageratamente impegnativa, alla portata anche di chi non è abituato ad andare tutte le settimane in montagna, che soprattutto durante la salita regala i suoi scorci migliori: dal Mendrisiotto alla Lombardia, dal lago di Como alla Madonnina del Duomo di Milano che, nelle giornate più terse, brilla in lontananza.

Dal fascino di Sagno agli scorci del Bisbino

Il Monte Bisbino in Ticino è molto conosciuto anche per una bevanda alcolica, il gin artigianale, prodotta proprio ai suoi piedi, a Sagno. Sagno che è il nostro punto di partenza e che è un paesino super affascinante che profuma di tradizione e che ti fa da subito sentire in vacanza.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

1° maggio 2025, Sagno (m691) – I Crusétt (m908) – Ul Praa Pian (m1115) – La Sola (m1162) – Monte Bisbino (m1244) e ritorno sullo stesso percorso

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Pronti, partenza, via!

Posteggiamo l’auto a Sagno. Vi è uno spiazzo con dei parcheggi alla fermata dell’autopostale. I cartelli segnaletici con l’indicazione “Monte Bisbino” si intravvedono subito. Si cammina su strada asfaltata finché non si imbocca il sentiero, che diventa presto mulattiera.

Questa prima parte è tutta nel bosco, in salita, finché non si arriva in località I Crusétt, situata al confine tra Svizzera e Italia. Da qui il sentiero prosegue più dolcemente lungo il crinale, inizialmente ancora nel bosco, permettendo di prendere un po’ di fiato.

Quando si esce dal bosco inizia il tratto dell’escursione che ho preferito, con scorci dapprima sulla Valle di Muggio, sul Mendrisiotto e sulle sue cime (sto già puntando la prossima…) e in seguito anche sul Lago di Como. Si arriva poi a Ul Praa Pian, un pratone ideale per fare una sosta prima di affrontare l’ultimo tratto di sentiero che porta alla cima.

Quest’ultimo si snoda in parte ancora nel bosco. Sono gli ultimi metri di salita prima di arrivare al Monte Bisbino. Dalla vetta, in una giornata limpida e di sole, il panorama è speciale e la vista si apre in modo spettacolare, con lo sguardo che spazia dal Mendrisiotto alla Lombardia, dal lago di Como alla Madonnina del Duomo di Milano, alle alpi svizzere.

La cima in sé, a mio avviso, non è così affascinante, non è selvaggia come mi sarei aspettata: alcune antenne e la presenza della strada asfaltata che sale dall’Italia (Cernobbio) tolgono un po’ di magia all’atmosfera. Ma del resto, dico sempre, è il viaggio che conta, non la destinazione 😉

Dopo un meritato pic nic decidiamo di tornare verso Sagno sullo stesso sentiero: l’obiettivo è rilassarci e quindi ce la prendiamo molto comoda, godendoci il panorama da ogni sua prospettiva.

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Monte Bisbino?

Classificazione: 3.5 su 5.

Qualche dato…

DURATACIRCA 2 ORE ALL’ANDATA (SALITA) E CIRCA 1.15 AL RITORNO (DISCESA)
LUNGHEZZA9.1 KM IN TOTALE
DISLIVELLO591M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOIN CIMA AL MONTE BISBINO C’È UN RISTORO (ITALIA)
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBININON PRIMA DEI 5 ANNI SECONDO ME
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOIN PAESE A SAGNO

Qualche immagine…

Alpe di Caviano breve ma intensa

In questo periodo sono costantemente alla ricerca di escursioni brevi, a prova di treenne (ed eventualmente anche di passeggino). Escursioni brevi ma intense, che permettano di godersi la tanto amata montagna senza per forza macinare decine di chilometri e centinaia di metri dislivello. Ecco quindi che mi ricordo del territorio del Monte Generoso e, per la precisione, dell’Alpe di Caviano.

Alpe di Caviano, terrazza naturale sul Mendrisiotto

L’Alpe di Caviano a dire il vero l’ho conosciuta un paio di anni fa grazie al lavoro ed era quindi da un po’ nella mia personale “Bucket List”. Per raggiungerla ci sono diversi sentieri ma in questo sabato di inizio primavera scelgo quello che mi sembra più semplice e, appunto, a prova di treenne (che magari cammina, magari non ne ha voglia, magari corre, magari dorme nel passeggino, magari si butta per terra, magari… insomma, ci siamo capiti).

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

28 marzo 2024, Balduana (m1100) – La Grassa (m1090) – Alpe di Caviano (m957) e ritorno sullo stesso percorso

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Pronti, partenza, via!

Posteggiamo l’auto in zona Balduana (se volete allungare la passeggiata di circa 10-15 minuti, consiglio di lasciare la macchina al parcheggio di Bellavista, sono più o meno 10/15 minuti di tragitto in più). Passiamo dal Dosso dell’Ora e ci dirigiamo, su strada dapprima asfaltata e in seguito sterrata, verso la Grassa. Qui il sentiero si divide e noi proseguiamo in direzione Alpe di Caviano (i cartelli la danno in 35 minuti).

L’itinerario è facile, la strada forestale è infatti in leggera discesa e parzialmente all’ombra del bosco. Nell’ultimo tratto si trasforma in mulattiera e la pendenza della discesa aumenta man mano che ci si avvicina all’Alpe. Questo aspetto è da tenere presente per il ritorno a pancia piena 🙂

L’Alpe di Caviano non si vede finché non si esce dal bosco e ci si ritrova, quasi da un momento all’altro, su una terrazza naturale, da dove si gode di una vista interminabile e spettacolare che va dal Mendrisiotto alle Alpi.

L’Alpe di Caviano – che fa parte dell’Albergo Diffuso del Monte Generoso – è stata recentemente ristrutturata ed è un gioiellino. L’accoglienza è calorosa e il cibo molto buono. All’esterno vi sono una splendida terrazza dove godere del sole e della vista e un bellissimo pratone perfetto per qualsivoglia attività da treenne.

Ritorniamo seguendo lo stesso sentiero percorso all’andata. Di conseguenza il primo tratto è decisamente in salita e il resto dell’itinerario è in leggera salita. Prima di tornare all’auto facciamo una breve deviazione verso l’Alpe La Grassa per vedere gli animali. E chi si aspettava di vedere, proprio qui, un meraviglioso pavone?!

Una splendida giornata immersi nella natura, cosa volere di più per questa prima escursione primaverile?

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione all’Alpe di Caviano?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATA45 minuti all’andata e 50 minuti circa al ritorno
LUNGHEZZA6 KM in totale
DISLIVELLO148M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOALL’ALPE DI CAVIANO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOBELLAVISTA, O ZONA BALDUANA, O ZONA DOSSO DELL’ORA

Qualche immagine…

Cima di Medeglia

In quest’estate dalla meteo pazzerella, la montagna (e il mio blog…) stanno un po’ subendo delle battute d’arresto passeggere, complici devo ammetterlo anche le vacanze, il bisogno di staccare un po’ e riposare e vedere, finalmente, un po’ di mare. Che ancora in Ticino non abbiamo 😉 Finalmente però si prospetta un sabato senza pioggia (almeno fino alle ore 15) e quindi decidiamo di fare una passeggiata non troppo lunga, che ci permetta comunque di respirare l’aria di montagna. Optiamo quindi per la Cima di Medeglia e vi assicuro che si rivelerà tutt’altro che un contentino!

Cima di Medeglia: vista su mezzo Ticino!

Dalla Cima di Medeglia, infatti, si gode di una bellissima vista sia sul Luganese, che sul Bellinzonese e sul Locarnese. L’escursione è breve – in tre ore e mezza circa andiamo e torniamo – e la zona che si attraversa, con molti prati e boschi, è davvero bella e merita una visita.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

31 luglio 2021, Medeglia (m702) – Canedo (m848) – Troggiano – Alpe delle Lagonce (m1166) – Cima di Medeglia (m1260) – Motto della Costa (m1164) – La Coste (m1039) – A Camarè – Medeglia (m702)

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Pronti, partenza, via!

Lasciamo l’auto alla fine del paese di Medeglia dove, sulla sinistra della strada, vi è un comodo parcheggio. Il sentiero parte proprio qui e i cartelli gialli lo indicano chiaramente. Si parte attraversando il nucleo e dirigendosi, quasi subito, sulla sinistra dello stesso. Si giunge in poco tempo su una strada asfaltata, da cui parte una scalinata con altri cartelli gialli. Non si può sbagliare. Si segue quindi il sentiero fino a un altro bivio: qui si può decidere se andare alla cima di Medaglia passando dai Monti di Medeglia o se salire passando da Canedo. Che è quello che scegliamo di fare noi.

L’inizio di giornata è decisamente difficile: pioviggina, è umido e per arrivare fino a Canedo – che è un nucleo bellissimo che non conoscevo- bisogna percorrere una strada asfaltata. E noi odiamo le strade asfaltate!

Da Canedo però, fortunatamente, torniamo presto sul sentiero. Quest’ultimo sale in modo piuttosto deciso ma fortunatamente all’ombra, così ci ripariamo da un piccolo sfogo di pioggia. Il tempo di fermarci e smette di piovere e, anzi, esce addirittura il sole! Piano piano la nostra giornata prende una piega diversa!

In circa mezzora di cammino arriviamo a Troggiano, un gruppo di cascine molto affascinante, da cui si ha una bellissima visuale sul Monte Tamaro. È il posto ideale per una breve pausa prima di ripartire. Dopo un’altra mezzoretta di camminata arriviamo all’Alpe delle Lagonce, abitata da una quantità innumerevole di capre e dal loro pastore. Il posto è molto bello ed è impossibile non notare il verde intenso dei pascoli e degli alberi. L’acqua di questi giorni ha decisamente fatto bene alla natura!

Siamo vicini alla meta: la Cima di Medeglia dista infatti solo un altro quarto d’ora circa. Di salita, certamente! Arrivati in cima però veniamo immediatamente ripagati. La vista è davvero splendida e a 360 gradi, nonostante ci si trovi “solo” a 1260 metri di altitudine. Si scorge tutta la catena di montagne che dal Monte Tamaro va verso il Monte Lema, con Lugano e il Lago Ceresio in lontananza. Si vede il Piano di Magadino, con il fiume Ticino che scorre e si butta nel Lago Maggiore, e anche Locarno. E infine, si vede la Grande Bellinzona!

Per il ritorno decidiamo di rendere l’itinerario circolare, scendendo verso i Monti di Medeglia, passando però da Camarè per evitare un’altra strada asfaltata. La scelta si rivela azzeccata, anche perché così facendo attraversiamo diversi monti molto belli, tutti da scoprire. Arriviamo a Medeglia in circa un’ora e quindici, prendendocela con calma, super soddisfatti di questa gita!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione alla Cima di Medeglia?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2H CIRCA, RITORNO: 1H30 CIRCA
LUNGHEZZA10.61 KM
DISLIVELLO644M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICIINDUBBIAMENTE
PARCHEGGIOIN PAESE A MEDEGLIA

Qualche immagine…

Capanna Quarnei – Un must tra le escursioni estive in Ticino

È una domenica di giugno ma è come se fosse estate inoltrata. Danno molto sole e molto caldo, premessa ideale per lasciare la città e andare a cercare un po’ di frescura in alta quota. Con me oggi ci saranno delle amiche speciali che ho conosciuto grazie ai social network – e che saluto 🙂 – e una di loro si trova già in Val Malvaglia. Ecco quindi che la scelta della meta cade facilmente sulla Capanna Quarnei. È un’escursione speciale, che ti avvicina all’alta montagna senza però chiederti uno sforzo eccessivo, e che soprattutto ti porta in un luogo davvero meraviglioso, dove fermarsi per ore a guardare le cime circostanti e ad ascoltare il rumore dell’acqua che, quasi ovunque, ti accompagna.

Da Cusié alla Capanna Quarnei, andata senza ritorno

Raggiungere la Capanna Quarnei davvero non è difficile: vi si arriva dopo circa un’ora e trenta di camminata da Cusié. La Capanna si trova su un pianoro che domina la Val Malvaglia, un pianoro da cui la vista può arrivare fino all’Adula. Quindi ogni volta che alzo lo sguardo sogno di salire sulla vetta più alta del Ticino. E di non tornare da tanto è bello. Scherzi a parte, per il ritorno si può scegliere un sentiero alternativo.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

13 giugno 2021, Cusié (m1651) – Alpe della Bolla (m1644) – Alpe di Prato Rotondo – Ürbell (m2059) – Capanna Quarnei (m2107) – Alpe di Quarnei (m2045) – Alpe di Pozzo (m1886) – Cusié (m1651)

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Pronti, partenza, via!

Lasciamo l’auto a Cusié. Vale la pena fare una premessa: da Malvaglia la strada è lunga e, a dirla tutta, nemmeno troppo comoda. Soprattutto superato lo splendido nucleo di Dandrio, composto da diverse case di pietra, diventa molto stretta e con diversi tornanti. Il mio augurio? Evidentemente quello di non incontrare un’altra macchina che scende!

A Cusié fortunatamente vi sono diversi parcheggi e il sentiero è subito ben visibile. Oltretutto, per chi fa fatica a carburare, parte pure in discesa, all’ombra di un bosco molto verde. Ma l’illusione dura poco! Dopo aver raggiunto in una ventina di minuti l’Alpe delle Bolla, cominciamo a salire.

Dapprima dolcemente, fino ad arrivare a un ponticello, che attraversiamo. Si capisce che è inizio stagione perché c’è tantissima acqua e il rumore quasi assordante. Bellissimo!

Da qui il sentiero si fa più ripido. In una ventina di minuti arriviamo all’Alpe di Prato Rotondo. La vista si apre sulla Val Malvaglia da una parte e sulle cime ancora innevate dall’altra. Cominciamo a far fatica perché fa molto caldo ma non ci perdiamo d’animo in quanto il sentiero, in questa tratta che è la più ripida, fortunatamente è all’ombra. Camminiamo per una buona mezzora in salita, che a dire il vero diventa molto di più perché ogni scusa è buona per fermarsi a chiacchierare e a riprendere fiato! Se non altro in questo modo non ci accorgiamo di questi 300 metri di dislivello.

Arriviamo ad Ürbell ed è un primo sussulto. Un prato verde, verdissimo, con 5-6 cascine: dietro, imponenti e rocciose, le montagne, davanti una vista spaziale sulla Val Malvaglia. La pausa foto è d’obbligo e ci fermiamo una decina di minuti. Si vede in lontananza la Capanna Quarnei, che raggiungiamo in una decina di minuti.

Anche la Capanna è molto bella e sono molto accoglienti. Ci troviamo talmente bene che la pausa pranzo si trasforma quasi in una merenda e ci prepariamo per scendere ormai a pomeriggio inoltrato.

Per la discesa optiamo per un altro sentiero, così da non ripetere quello dell’andata, e ci dirigiamo quindi verso l’Alpe di Quarnei. A mio avviso è il punto più bello dell’escursione. Potrei fermarmi per ore ad ammirare il paesaggio, le montagne, l’Adula in lontananza. In Ticino abbiamo la fortuna di avere molti luoghi splendidi ma questo, se dovessi stilare una top ten, vi rientrerebbe.

Prendiamo il sentiero che dopo le stalle scende a sinistra e che in una ventina di minuti ci porta all’Alpe di Pozzo. In alto si sta sciogliendo talmente tanta neve che le due cascate sono in piena. Da qui il sentiero diventa strada sterrata fino a Cusié. Questa tratta, che dura circa mezzora, non è bellissima, devo essere onesta, ma ci siamo talmente riempite gli occhi (e il cuore) in precedenza che va bene così.

Un’escursione speciale in un posto speciale, per quella che a mio avviso è una delle escursioni da fare durante l’estate ticinese. Portando un costume!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione alla Capanna Quarnei?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 1H30 CIRCA, RITORNO: 1H15
LUNGHEZZA8.46 KM
DISLIVELLO568M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, ALLA CAPANNA QUARNEI
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ SE ABITUATI A CAMMINARE
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOA CUSIE

Qualche immagine…

Poncione d’Arzo, che piacevole sorpresa!

Siete alla ricerca di una gita che vi regali un super panorama ma che però sia piuttosto breve e non troppo difficile? Allora vi consiglio il Poncione d’Arzo! Per salire fino alla cima è infatti sufficiente un’ora e trenta circa di camminata molto piacevole in salita, dove lo sforzo maggiore viene chiesto nella parte finale. La vista che si gode dal Poncione d’Arzo e dall’adiacente Monte Pravello ripaga però ampiamente dalla fatica.  

Il Poncione d’Arzo, un super punto panoramico sul Basso Ceresio !

Dal Poncione d’Arzo si gode infatti di uno splendido panorama sul Basso Ceresio, con Morcote e il Monte Arbòstora in primo piano e il ponte diga di Melide e il San Salvatore in secondo. La vista, a dire il vero, si perde addirittura fino al Monte Bré, al Monte Boglia, al Monte Bar e al Caval Drossa. Insomma, vi ho convinti vero?

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

3 giugno 2021, Arzo (m500) – Cave di Marmo – Costa di Prabello – Pre Sacco (m769) – Poncione d’Arzo (m1017) – Monte Pravello (m1012) – Poncione d’Arzo (m1017) – Pre Sacco (m769) – Costa di Prabello – Perfetta – Arzo (m500)

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Pronti, partenza, via!

Partiamo dal villaggio di Arzo, che si trova in una zona collinare soleggiata, proprio alle pendici della meta finale: il Poncione d’Arzo. Da Arzo si diramano numerosi sentieri che, volendo, portano anche a un’altra meta famosa nel Mendrisiotto: il Monte San Giorgio. Ma questa è un’altra storia!

Il consiglio è quello di lasciare l’auto ai parcheggi del campo sportivo, che si trovano sulla strada cantonale che da Arzo porta a Meride. Il sentiero per il Poncione d’Arzo parte proprio dall’altra parte della strada e non potete mancarlo.

La prima parte dell’escursione è molto interessante perché permette di vedere le Cave di Arzo, un luogo storico dove, per anni, veniva estratto il marmo di Arzo. Per approfondire la loro storia si può percorrere il Sentiero del marmo.

Attraversiamo questo luogo ricco di fascino e saliamo, addentrandoci nel bosco. Il sentiero non presenta particolari difficoltà e si trova all’ombra, ciò che è di molto aiuto in quella che, presto, si rivela essere una delle prime giornate afose della stagione. La salita, pur se abbordabile, si fa quindi sentire e ci porta alla Costa di Prabello.

Qui d’improvviso c’imbattiamo in un prato verdissimo e incontaminato. L’ideale per una breve pausa per dissetarsi prima di percorrere la parte più difficile della giornata. Alla cima mancano infatti circa 300 metri di dislivello e vi assicuro che sono i più impegnativi.

Arriviamo però in cima in circa una ventina di minuti. Una cima composta, in realtà, da due: il Poncione d’Arzo, dove vi è una guardiola abbandonata e dove la vista in realtà è limitata dai molti alberi, e il Monte Pravello, dove vi sono un tavolo e alcune panchine, una croce e, soprattutto, una vista spaziale. 

Ci godiamo a lungo il panorama, sotto il sole di giugno, prima di scendere percorrendo lo stesso sentiero. Scegliamo una piccola deviazione sul finale che, passando dalla Perfetta (scuola verde del Comune di Chiasso), ci fa arrivare direttamente in paese.

Breve ma intensa, la passeggiata al Poncione d’Arzo è una destinazione ideale per trascorrere una mezza giornata nella natura, arrivando a un bellissimo punto panoramico.

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Poncione d’Arzo?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 1H30 CIRCA, RITORNO: 1H
LUNGHEZZA7.37 KM
DISLIVELLO554M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBINISOLO E SOLTANTO SE SONO ABITUATI ALLA SALITA
PUNTI PANORAMICIIN CIMA!
PARCHEGGIOAL CAMPO SPORTIVO DI ARZO

Qualche immagine…

Escursione al Sasso Guidà

Lo dico subito: l’escursione al Sasso Guidà inizia con il botto! Infatti la prima parte, per intenderci quella che dai Monti di Ravecchia porta poco sopra ad Arbinetto, è la più dura. Si tratta di quasi 600 metri di dislivello positivo su un totale di 769 circa. Quindi la gran parte. Però ne vale la pena, eccome!

Il panorama dal Sasso Guidà fa il giro di mezzo Ticino!

È proprio così! Una volta giunti in cima al Sasso Guidà la vista spazia liberamente sul Bellinzonese, sul Piano di Magadino, sul Lago Maggiore, sulla Riviera e sulla Val Morobbia. Il Sottoceneri, invece, è nascosto ma in compenso è ottimamente rappresentato dal suo Monte più alto: il Camoghé, che svetta proprio lì davanti! Insomma, volete perdervi questa opportunità di vedere mezzo Ticino in un colpo solo?

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

8 maggio 2021, Monti di Ravecchia (m974) – Monti della Zota – Arbinetto (1493m) – Laghetti della Costa (m1622) – Sasso Guidà (1712m) – Laghetti della Costa (m1622) – Pian Dolce e Capanna Genzianella (1357m) – Monti di Ravecchia (m974)

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Pronti, partenza, via!

La partenza è dai Monti di Ravecchia, che si raggiungono in auto da Giubiasco, su strada asfaltata, in direzione di Pianezzo e di Paudo. Da Paudo, continuando a salire, vi si arriva in circa 10 minuti. Vi è un parcheggio sterrato piuttosto grande. Il sentiero parte poco prima, sulla destra: i cartelli gialli, ben visibili e con indicazioni molto chiare, non lasciano spazio ai dubbi.

La salita è subito molto ripida e in circa 15 minuti si arriva ai Monti della Zota, dove ci si addentra in un fitto bosco di faggi. Per un bel pezzo non si vede più il cielo ma non è un male! Anzi, nelle calde giornate estive può essere un valore aggiunto.

Si sale per una buona mezzora finché non si arriva alla prima deviazione per la Capanna Genzianella. I cartelli traggono un po’ in inganno perché danno il Sasso Guidà raggiungibile in un’ora e 45 mentre in realtà è sufficiente 1 ora e 15 circa, quindi non lasciatevi prendere dallo sconforto!

Si continua diritti in direzione di Arbinetto, che si raggiunge in circa altri 20 minuti di ripida salita. Da questo piccolo monte, dopo altri 10 minuti, uscendo dal bosco si giunge a un’altra deviazione verso il Sasso Guidà. Non manca più molto e il grosso del dislivello è stato fatto.

Si continua quindi, su un sentiero pianeggiante con vista sulla Valle Morobbia e sul Camoghé, in direzione dei Laghetti della Costa (laghi? Noi non li abbiamo visti, forse erano sepolti dalla neve?). È una delle parti più belle dell’escursione, con le cime ancora innevate in lontananza e la natura che si risveglia. Una decina di minuti in cui ci si riposa e ci si può guardare in giro, prima di rientrare nel bosco e giungere ai Laghetti della Costa.

Da questa sorta di conchetta si dirama il sentiero per il Sasso Guidà, che in questo periodo per circa 250 metri è ancora innevato. Non vi sono comunque problemi a percorrerlo. Ai piedi della salita finale il sentiero è completamente libero dalla neve. Gli ultimi scalini sono molto alti ma la croce ben visibile e i primi scorci del panorama finale danno lo slancio per arrivare in cima!

Al Sasso Guidà vale la pena fare una bella pausa per godersi la splendida vista sul Bellinzonese, sul Piano di Magadino, sul Lago Maggiore, sulla Riviera e sulla Val Morobbia.

Per il ritorno si può scegliere di percorrere lo stesso sentiero o di fare una deviazione, che comunque non allunga la discesa, verso Pian Dolce e la Capanna Genzianella. Anche qui la vista è splendida e sarebbe un peccato non scoprirlo di persona. Da Pian Dolce in poco meno di mezzoretta si torna ai Monti di Ravecchia.

Meta forse meno rinomata di tante altre, l’escursione al Sasso Guidà è invece tutta da scoprire e regala scorci imperdibili.

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Sasso Guidà?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2H CIRCA, RITORNO: 1.15
LUNGHEZZA7.85 KM
DISLIVELLO761M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO. LA CAPANNA GENZIANELLA NON È CUSTODITA.
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ MA DEVONO ESSERE UN PO’ ABITUATI A CAMMINARE ANCHE IN SALITA
PUNTI PANORAMICIIN CIMA!
PARCHEGGIOSÌ, AI MONTI DI RAVECCHIA

Qualche immagine…

5 escursioni in Ticino… per scaldare le gambe!

La bella stagione sembra essere arrivata e con lei le molte possibilità di escursioni che offre il Ticino. Personalmente ogni anno, in questo periodo, inizio a pensare a tutte le passeggiate che vorrei fare nel corso della stagione e a stilare una lista dei desideri. Alcuni realizzabili, alcuni meno. 

La bella notizia è che per l’escursionismo la stagione è lunga (primavera-estate-autunno) e ci sono molti mesi per completare la wish list. La brutta notizia è che per alcune escursioni bisogna essere un po’ allenati. 

Prima di partire a bomba vale quindi la pena scaldare le gambe: in questo articolo vi propongo 5 escursioni in Ticino che mi stanno a cuore e che ritengo utili proprio per iniziare a carburare e arrivare all’estate pronti per affrontare le salite più ripide del cantone! 

Pronti? Seguitemi! 

1. 5 escursioni in Ticino: il Monte Boglia

Tra le 5 escursioni in Ticino che amo e che ritengo perfette per iniziare, il Monte Boglia è un classico di ogni stagione – che questo inverno abbiamo potuto percorrere anche con le racchette grazie alla molta neve caduta pure nel Luganese – e che non delude mai. 

La salita dall’incantevole villaggio di Bré è sì ripida ma in realtà mai troppo aggressiva. Anzi, partendo dalla zona di svago, e quindi percorrendo la Valle dei Cugnoli fino alla fontana di Busi, è lenta e dolce. Dalla fontana alla vetta del Monte Boglia la musica, e la pendenza!, però cambiano. 

Ma l’unico vero problema è che quando arrivi in cima è difficile riprendere fiato: il Monte Boglia è una sbandata potente, da farfalle nello stomaco, che ti lascia con le palpitazioni al cuore e senza fiato! La vista è infatti pazzesca, soprattutto nelle giornate terse. Nelle immagini sottostanti – di escursioni al Boglia in giornate diverse – potete rendervene conto da soli.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

Bré, area di svago (800m circa) – Valle dei Cugnoli – Fontana di Busi – Carbonera – Sasso Rosso (1294m) – Monte Boglia (1516m) – Sasso Rosso (1294m) – Carbonera – Fontana di Busi – Panchette (851m) – Piani – Bré Paese – Bré, area di svago (800m circa) 

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Qualche immagine…

2. 5 escursioni in Ticino: il Monte Bar

Il Monte Bar è un altro classico di ogni stagione che rientra tra le 5 escursioni in Ticino perfette a inizio stagione. Un’escursione conosciuta da (quasi) tutti e che (quasi) tutti hanno fatto almeno una volta nella vita. Ma soprattutto una passeggiata che puoi ripetere più volte all’anno senza mai percorrere lo stesso sentiero e, quindi, senza mai annoiarti. 

Personalmente consiglio la salita da Corticiasca, che nei mesi più caldi permette di camminare, in parte, anche all’ombra, e che nell’ultima parte del suo itinerario regala splendidi e insoliti scorci sulla Val Colla, sui Denti della Vecchia e sulla Grande Lugano. Una volta arrivati alla Capanna del Monte Bar, la vetta è raggiungibile in poco meno di 30 minuti.

Per i più pigri la soluzione più comoda è sicuramente quella di parcheggiare l’auto sullo spiazzo accanto a quella che i locali chiamano “la sbarra”, ossia alla fine della strada forestale che sale da Bidogno. Si prosegue poi a piedi su una comoda strada asfaltata, passando dall’Alpe Rompiago. Attenzione però, in alta stagione è davvero difficile, se non impossibile, trovare un posto dove lasciare l’auto!

Terrazza assolata su Lugano, the place to be nei weekend luganesi anche grazie alla super capanna presente in quota, il Monte Bar non è una cotta primaverile passeggera ma un amore fedele e duraturo.  

Ecco quindi l’itinerario suggerito

Corticiasca (1056 m) – Monte (1053m) – Costa del Vallone –  Capanna Monte Bar (1608m)– Alpe Musgatina (1384m) – Monte – Corticiasca (1056m) 

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

3. 5 escursioni in Ticino: il Ponte Tibetano Carasc

Tra le 5 escursioni in Ticino adatte per iniziare la stagione non può mancare il Ponte Tibetano Carasc, conosciuto non solo in Ticino bensì anche fuori cantone e oltre confine. Ogni distretto vorrebbe avere un Ponte Tibetano ma l’onore, per il momento, è della sola Bellinzona, per la precisione dei quartieri di Monte Carasso e di Sementina, collegati proprio dai 270 metri di ponte. 

Raggiungerlo a piedi non è troppo impegnativo. Una soluzione che permette di conoscere bene la zona è salire da Sementina verso San Defendente, da cui procedere verso il Ponte Tibetano. Una volta attraversata a piedi l’attrazione senza guardare troppo in basso – il ponte si trova infatti a 130 metri rispetto al fondovalle! – il mio consiglio è quello di dirigersi dapprima verso la Chiesa di San Bernardo e, in seguito, verso il bellissimo nucleo di Curzùtt. Sarebbe un vero peccato perdersi questo luogo magico, carico delle più antiche tradizioni del nostro territorio. 

Vi consiglio di visitare il sito www.curzutt.ch per scoprirne di più, anche perché a Curzùtt c’è un ottimo ristorante! Ringrazio Isotta Bertinelli per le splendide foto che potete ammirare qui sotto! 

Da Curzùtt si torna a Sementina (o a Monte Carasso) seguendo i classici cartelli gialli. Attenzione alle gambe, la discesa è piuttosto ripida! 

Per chi non volesse camminare troppo, vi è la possibilità di salire fino a Curzùtt con la funivia (meglio prenotare): da questo bellissimo nucleo il ponte si raggiunge in circa 50 minuti di camminata. 

Da brivido e perfetto per chi vuole provare emozioni forti, il Ponte Tibetano è il classico amore un po’ birbante in cui, per fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo… in questo caso però ad occhi chiusi! 

Ecco quindi l’itinerario suggerito

Sementina(247m) – San Defendente (631m) – Selvatico – Ponte Tibetano – San Bernardo (614m) – Curzùtt – Tizott – Lòri – Sementina (247m)

4. 5 escursioni in Ticino: il Monte San Giorgio

Un’altra delle 5 escursioni in Ticino che vi consiglio per iniziare la stagione è la salita al Monte San Giorgio. Monte San Giorgio che, scusate se è poco, è inserito nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’umanità UNESCO. 

L’itinerario che consiglio parte da Meride, dalla Chiesa di San Silvestro. Inizialmente si cammina su una mulattiera lastricata piuttosto ripida (ma per lo meno all’ombra). La cima del Monte San Giorgio si raggiunge in circa un’ora e trenta di camminata, con una parte di salita finale abbastanza impegnativa. Giunti in vetta gli sforzi vengono però ripagati dalla splendida vista sul Lago Ceresio. 

Per tornare a Meride vi sono alcune possibilità, oltre che evidentemente percorrere lo stesso sentiero dell’andata. Una buona soluzione può essere quella di scendere verso l’Alpe Brusino (anche se il sentiero è piuttosto ripido e scivoloso), dove vi è anche un bellissimo grotto dove bere una gazzosa all’ombra dei castagni prima di incamminarsi nuovamente verso Serpiano e, infine, Meride. 

Affascinante poiché ricco di storia, il Monte San Giorgio è come quegli amori che fanno dei giri immensi… ma poi ritornano.  

Ecco quindi l’itinerario suggerito

Meride (579m) – Cassina (901m) – Monte San Giorgio (1097m) – Alpe di Brusino (674m) – Serpiano (653m) – Meride (579m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

5. 5 escursioni in Ticino: il Pizzo Leone

Un’altra delle 5 escursioni in Ticino perfette per iniziare la stagione è il Pizzo Leone. Ne ho già parlato qui, pagina a cui vi rimando per tutte le informazioni sull’itinerario e per tutte le foto, ed è una gita facile ma non scontata, perfetta per preparare le gambe alle salite ma soprattutto perfetta in primavera, prima che il sole dei mesi estivi trasformi una salita abbordabile in una salita insopportabile: il percorso è infatti completamente al sole! 

L’escursione al Pizzo Leone è stata la mia prima in solitaria. Mille punti panoramici sul Lago Maggiore e sul Locarnese, ognuno con una sorpresa diversa, il Pizzo Leone è un amore inaspettato dopo mesi di calma piatta.

Arnisee Trail: quel che non ti aspetti!

Per l’ultima racchettata di questo inverno abbiamo scelto l’Arnisee Trail, nel Canton Uri. Un’escursione che non conoscevamo ma che ci ha davvero sorpreso per l’inattesa bellezza e la semplicità del percorso, così come per la pace dei luoghi visitati. Gli itinerari da percorrere con le racchette, inoltre, sono due, ciò che dà la possibilità di scegliere la lunghezza di questa bella gita urana.   

Il punto forte dell’Arnisee Trail? L’omonimo laghetto ghiacciato

Tutta l’escursione è molto piacevole e si svolge in un paesaggio invernale incantato. Ma ciò che rende speciale l’Arnisee Trail è l’omonimo laghetto ghiacciato: uno specchio d’acqua non molto grande in cui si specchia il Bristen, una montagna dalla forma piramidale, considerata il simbolo del Canton Uri. Solo questo spettacolo vale la gita.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

28 marzo 2021, Restaurant Alpenblick (m1366)– Arnisee (m1368) – Ludiberg – Mittel Arni (m1290) – Vorder Arni (m1300) – Mittel Arni (1290) – Ludiberg – Rüti – Chänzeli – Arnisee (m1368) – Restaurant Alpenblick  (m1366)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

In una domenica super soleggiata partiamo da Intschi, un piccolo paese urano di cui ignoravamo l’esistenza, dove prendiamo un’altrettanto piccola funivia. I parcheggi sono molto comodi. In 6 minuti circa di viaggio, dove io evito in ogni modo di guardare a valle, giungiamo alla stazione a monte, dove vi è un ristorante (che in questo periodo offre il servizio take-away e che è anche albergo: date un’occhiata, si può dormire in alcuni “barili” giganti!!!) da cui parte l’escursione.

Inizialmente il sentiero costeggia il lago ghiacciato. Poi scende verso due piccoli nuclei di case: Ludiberg, dapprima, e Mittel Arni, in seguito. A Mittel Arni, tra l’altro, si può arrivare anche con la funivia che sale da Amsteg. Pare incredibile che un luogo talmente sperduto sia raggiungibile con due cabine diverse!

Qui il sentiero si divide e prendiamo quello che procede in salita. L’innevamento è ancora buono e ci fermiamo spesso ad ammirare il paesaggio. Credo sia più una scusa per riprendere fiato! Le fattorie e alcuni piccoli rifugi sembrano osservare la valle sottostante. Ben presto, alla fine della salita e dopo una discesa negli alberi un po’ birichina, che ci fa perdere la traccia, iniziamo ad intravvedere la Reuss. Attraversa Erstfeld, Attinghausen e Altdorf e poi arriva a Flüelen, dove si getta nel lago di Uri, braccio del lago dei Quattro Cantoni.

Giungiamo a Vorder Arni, dove facciamo una prima pausa proprio per ammirare questo paesaggio. Peccato solo che, grazie alla solita disattenzione, faccio cadere la borraccia e perdo tutto il thé caldo che avrebbe allietato la nostra pausa!

Ritorniamo poi verso Mittel Arni seguendo un altro sentiero – l’itinerario è infatti circolare – e ancora verso Ludiberg. Anche qui, rispetto all’andata, scegliamo di percorrere un altro sentiero che, attraversando il bosco in salita e mettendoci a dura prova, ci riporta al lago.

Una volta sullo specchio d’acqua vale la pena fare una piccola deviazione, salire a Chänzeli per poi tornare all’Arnisee. Volendo il sentiero continua verso Diessenbrunnen, Torli e la Bergkappelle. Noi però questa volta scegliamo di rilassarci e di goderci una giornata incredibilmente primaverile in un paradiso ancora invernale.

Una racchettata circolare facile ma non scontata in un piccolo paradiso invernale. Assolutamente da segnare!

Quanta gioia ad alta quota per l’Arnisee Trail?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATA1H45 CIRCA
LUNGHEZZA5.4 KM
DISLIVELLO256M
DIFFICOLTÀWT2
RISTORO SUL PERCORSOAll’inizio, al ristorante Alpenblick
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Monte Gambarogno: minimo sforzo, massimo risultato

Il Monte Gambarogno in realtà non ha bisogno di grandi presentazioni. Svetta sul Gambarogno, dominandolo direi, e dalla sua cima si gode di una vista pazzesca sul Locarnese, sul Lago Maggiore e sulla catena alpina. Ruotando la testa in direzione sud-est, inoltre, si scorgono benissimo anche il Monte Tamaro e il Monte Lema, compresi quindi alcuni tratti della classica e splendida traversata tra questi due. L’escursione dovrebbe stuzzicare l’interesse di tutti perché, per godere di questo spettacolo, basta una camminata di un’oretta circa, con meno di 300 metri di dislivello. Insomma, minimo sforzo, massimo risultato! Cosa state ancora aspettando?

Il Monte Gambarogno, d’estate come d’inverno

Eravamo già saliti al Monte Gambarogno, però in estate, e ci era piaciuto molto. Ci interessava quindi ripetere l’esperienza in inverno, con le racchette, per vedere il contrasto tra le montagne innevate e il blu intenso del Lago Maggiore.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

13 marzo 2021, Alpe di Neggia (m1394) – Monte Gambarogno (m1674)– Alpe di Neggia (m1394)

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Pronti, partenza, via!

Per salire al Monte Gambarogno si parte dall’Alpe di Neggia, che si raggiunge salendo in auto da Vira-Gambarogno. Da Vira-Gambarogno bisogna calcolare circa una mezzoretta di tragitto, tra una curva e l’altra. Sono circa 13 chilometri. Lo scrivo perché la prima volta che siamo stati ero convinta che saremmo arrivati in una decina di minuti… e invece no! Quindi suggerisco di calcolare bene i tempi.

All’Alpe di Neggia vi sono diversi parcheggi. Negli inverni innevati vi è anche in funzione un piattello per chi volesse farsi una sciatina (ina-ina).

Noi siamo saliti con le racchette ai piedi, anche se la traccia, ben definita, avrebbe consentito di raggiungere il Monte Gambarogno solo con gli scarponcini da montagna.

Il sentiero parte, in leggera salita, accanto al piattello. Non si può sbagliare, basta seguire la traccia e alzare la testa: la croce del Monte Gambarogno, che poi è il traguardo finale, è sempre ben visibile. Ben presto si arriva a un bivio: a destra vi è il sentiero che si percorre in estate, e che aggira la montagna sulla destra, a sinistra invece si sale più diretti, fiancheggiando la pista di sci, e proseguendo in seguito a zig zag finché non si arriva in cresta, una cinquantina di metri a sinistra rispetto alla già citata croce.

L’escursione è facile e adatta a tutti, anche in inverno. Consiglio in ogni caso sempre di informarsi sull’innevamento prima di partire, soprattutto se con bambini. La salita, che dura poco meno di un’ora, non è estrema e lo scenario che si presenta davanti agli occhi una volta giunti in cima vale la gita. Se si ha tempo, dopo aver fatto una meritata pausa alla croce ed essersi goduti il panorama, vale la pena avventurarsi lunga la cresta per ammirare anche la vista verso l’Italia.

Scendere, percorrendo lo stesso sentiero, è ancora più facile e veloce (mezzoretta circa) anche se a metà marzo la neve, dopo mezzogiorno, è molle e rallenta un po’ il passo. Prudenza sempre!

Come definisco la gita? Breve ma intensa, per un minimo sforzo ma un massimo risultato. Vi ho convinti?

Quanta gioia ad alta quota per il Monte Gambarogno?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATA1H30 circa
LUNGHEZZAKM 3
DISLIVELLO M326 (positivo)
DIFFICOLTÀWT2
RISTORO SUL PERCORSONO
ACQUA SUL PERCORSONO, SOLO ALL’ALPE DI NEGGIA (ANCHE WC)
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Weekend in Svizzera in inverno: la magia della Lötschental

Sono legata ai posti che conosco, sono un po’ abitudinaria, mi piace tornare dove mi sento a casa. Nel contempo però amo le nuove scoperte, mi incuriosiscono e mi entusiasmano. Ed è successo anche con la Lötschental. Non la conoscevo, di lei avevo letto solo che la chiamano la “valle magica”. E ho capito presto il perché. Non la conoscete? Ecco allora un paio di idee per scoprirla, utili per trascorrere uno specialissimo weekend in Svizzera in inverno.

Racchette? Passeggiate? Sci? Nella Lötschental c’è tutto ciò che rende speciale un weekend in Svizzera in inverno

Pur se piccola, la Lötschental – una valle ben lontana dai grandi centri turistici e con pochi villaggi ancora autentici – offre diverse possibilità di svago, dallo sci allo sci di fondo, dalle passeggiate alle escursioni con le racchette. Noi abbiamo deciso di partire per un weekend e di lasciare gli sci a casa. L’obiettivo era stare nella natura, in luoghi possibilmente deserti e soleggiati, per recuperare un po’ di stanchezza e staccare dalle giornate, ormai purtroppo tutte uguali, di questo periodo ancora contraddistinto dalla pandemia.

In questo articolo mi concentro quindi su tre escursioni, fattibili sia a piedi sia con le racchette, che ci hanno regalato due giornate speciali.

1. Emozioni ad alta quota sul sentiero più alto d’Europa!

27 febbraio 2021, Hockenhorngrat (3111 m) – punto panoramico – Hockenhorngrat (3111m)

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Ebbene sì! Avete letto bene! Nella Lötschental c’è un’escursione invernale molto particolare che, oltre a essere cortissima, facile e a portata di tutti, si svolge sul sentiero più alto d’Europa e offre un panorama spettacolare. Per arrivarci bisogna salire fino all’Hockenhorngrat con i locali impianti di risalita.

Si prende la teleferica a Wiler, dove vi sono ampie possibilità di parcheggio, e in pochi minuti si arriva a Lauchernalp. Da lì si sale ancora, dapprima con due seggiovie e in seguito con una cabinovia, e si arriva all’Hockenhorngrat, a 3’111 metri! Scesi dalla cabina ci si dirige a piedi verso sinistra, seguendo il sentiero. All’inizio sembra di essere sulle piste da sci ma in realtà non ci si dà nessun fastidio con gli sciatori.

La passeggiata è breve (per andata e ritorno calcolare una quarantina di minuti) ma intensa: il fiato manca, e non solo per l’altitudine, ma anche e soprattutto perché si gode di una vista mozzafiato sulle vette circostanti. Qualche esempio? Il Cervino, il Dôme, il Monte Bianco…

A onor del vero, prima di scendere, abbiamo fatto anche una piccola deviazione che, percorrendo il sentiero dedicato allo sci escursionismo, ci ha permesso di addentrarci ancor di più in questo panorama stupendo e di arrivare proprio davanti al Kleinhockenhorn. Una meraviglia per gli occhi!

Si ritorna poi agli impianti di risalita seguendo lo stesso percorso e si scende nuovamente fino a Lauchernalp.

Consiglio di fare questa breve passeggiata con il bel tempo e di unirla all’escursione circolare che racconto sotto la Gallery.

2. Itinerario ad anello a Lauchernalp, il regno delle famiglie

27 febbraio 2021, Lauchernalp (1968m) – Hockenalp (2048m) – Stafel (2100m) – Lauchernalp (1968m)

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Lauchernalp è un terrazzo sulla Lötschental. Un terrazzo formato da una serie di rustici romantici, dove il sole batte da mattina a sera, dove si scia, dove si passeggia e dove si possono fare escursioni con le racchette.

Noi abbiamo scelto un classico della regione, un itinerario circolare – percorribile sia a piedi che con le racchette, a dipendenza della quantità di neve – che da Lauchernalp porta dapprima a Hockenalp, in seguito a Stafel e infine nuovamente a Lauchernalp. E che evidentemente si può percorrere anche in senso inverso. La passeggiata dura circa un’ora e mezza, si snoda su un percorso di poco meno di 5 km e ha un dislivello di 230 metri circa. Niente di difficile, quindi.

Da Lauchernalp si prende il sentiero che parte sotto l’arrivo della funivia. La prima parte è leggermente in discesa finché, dopo circa un quarto d’ora, si sale a destra, in direzione di Hockenalp. Prima di giungere a questa malga s’inizia ad intravvedere l’attrazione che, secondo noi, da sola vale la passeggiata: la cappella di Hockenalp, dedicata a Sant’Anna. Costruita nel 1959, in legno scuro, fa contrasto con il bianco della neve e il blu del cielo. Una meraviglia.

Da qui, dopo le foto di rito, si riparte in direzione di Stafel. Dopo altri 200 metri in leggera salita, si costeggia una delle due stazioni intermedie. Dopodiché, ad attenderci è lo splendido nucleo di Stafel da cui si gode di un bellissimo panorama su tutta la Lötschental. Qui inizia la discesa su Lauchernalp. Il sentiero si snoda tra i molti bellissimi rustici della collina e porta comodamente all’arrivo della teleferica. Imperdibile, anche per le famiglie!

3. Fafleralp: biglietto andata e ritorno. O solo andata?

28 febbraio 2021, Blatten (1540m) – Kühmad (1625m) – Fafleralp (1787m) – Kühmad (1625m) -Blatten (1540m)

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Nemmeno l’escursione verso la Fafleralp delude. In questo caso si tratta di un itinerario più impegnativo delle passeggiate appena descritte: 9 km, percorribili in massimo 3 ore (andata e ritorno) e con un dislivello di 280 metri. Se però calcolate che alla Fafleralp ci si può fermare per il pranzo o per uno spuntino, o anche solo per un aperitivo, riposandosi al sole… l’escursione si trasforma in una proposta perfetta per riempire l’intera giornata! Così come abbiamo fatto noi!

Si parte da Blatten, l’ultimo villaggio della Lötschental, dove vi sono diversi parcheggi. Ci si addentra nella Valle costeggiando il fiume Lonza. Il sentiero (che affianca la pista di sci di fondo) è in leggera salita fino a Kühmad, un piccolo villaggio costituito da stalle restaurate (ma disabitate) e da una chiesetta. Un posto dove perdersi scattando foto e dove l’unico rumore è quello del fiume che scorre.

Continuando a seguire il sentiero, tornante dopo tornante e chalet dopo chalet si giunge alla Fafleralp. Qui la vista si perde: in una direzione sulla Lötschental e sulle sue cime, tra cui il Bietschhorn, nell’altra verso i ghiacciai del Lang e dell’Anen e verso le Alpi vallesane e bernesi. In linea d’aria, infatti, non siamo per nulla lontani dal ghiacciaio dell’Aletsch. Tra l’altro, la regione Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn è iscritta nella lista del patrimonio naturale mondiale dell’UNESCO dal 2001.

Alla Fafleralp vi è un bellissimo hotel con ristorante – ci siamo ripromessi di tornare, in futuro, a trascorrere la notte – dove vale la pena fermarsi per una pausa! Il rientro è in discesa e completamente al sole, epilogo perfetto di un weekend rilassante, in un luogo lontano dal turismo di massa e dalla frenesia quotidiana.

Quanta gioia ad alta quota per la Lötschental?

Classificazione: 4.5 su 5.