Passo delle Colombe e Passo del Sole: la gioia di ritornare ad alta quota!

Quando squilla il cellulare e leggo “teleticino” – nel pieno del mio congedo maternità – mi dico “Questo non può che essere lui!”. E in effetti dall’altra parte del filo, al mio “Pronto”, risponde Gianfranco De Santis di Treks, che mi propone un’escursione insieme. Sin da subito l’idea mi piace molto, anche se per essere messa in pratica mi devo necessariamente organizzare con il mio super marito. Zeno ha pochi mesi e non l’ho mai lasciato per una giornata intera ma può sicuramente essere una buona prova prima di rientrare al lavoro. Inoltre sono diversi mesi che non vado in montagna e non sono sicura di essere abbastanza allenata. Ma dopo qualche riflessione, alcuni giorni dopo accetto con piacere l’invito e propongo a Gianfranco un’escursione al Passo delle Colombe e al Passo del Sole.

Il Passo delle Colombe e il Passo del Sole: emblemi del nostro splendido territorio

L’escursione è circolare e si svolge a cavallo tra due regioni splendide del nostro territorio: la Valle di Blenio e la Leventina. Dal Passo delle Colombe e dal Passo del Sole, infatti, si possono ammirare entrambe: da un lato la Leventina, con la regione del Ritom e i suoi meravigliosi e rinomati specchi d’acqua, dall’altro la Valle di Blenio, con il Lucomagno e le cime più conosciute di questa vallata detta anche del sole. Il Pizzo Scopi, il Piz Terri, il Pizzo di Cadreigh, il massiccio dell’Adula, … Vi ho convinti? Seguitemi!

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

12 luglio 2022, Parcheggio di Casaccia (m1809) – Alpe Gana (m1820) – Piano dei Canali – Passo delle Colombe e Lago dei Campanitt (m2377) – incrocio prima dell’Alpe Carorescio (m2254) – Passo del Sole (m2375) – Lareccio – Stabbio Nuovo (m1887)- Campo Solario (m1848) – Alpe Gana (m1820) – Parcheggio di Casaccia (m1809)

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Pronti, partenza, via!

Posteggiamo l’auto al Parcheggio di Casaccia. La giornata è splendida e non potremmo chiedere di più! Dall’altro lato della strada ci sono i miei amati cartelli gialli. Iniziamo qui la nostra escursione dirigendoci, dapprima, verso l’Alpe Gana. Attorno a noi prati (inaspettatamente!) molto verdi e il fiume Brenno, la cui sorgente è poco sopra (Alpe Pertusio). Fin qui – mi dico – tutto okay, le gambe fortunatamente rispondono bene!

Superata l’Alpe Gana iniziamo a salire verso il riale dei Canali: è il primo vero strappetto della giornata ma, infilando un passo dopo l’altro, lo superiamo e giungiamo a quello che possiamo definire un altipiano, un anfiteatro con una vista straordinaria sul Pizzo delle Colombe e sulle sue guglie. Il panorama mozzafiato e l’aria fresca ci invitano, in questi giorni di canicola estiva, a proseguire di buona lena verso il Passo delle Colombe e il Lago dei Campanitt. È da qui in poi che, dopo un quarto d’ora circa di cammino in falso piano, la salita diventa più impegnativa ed è sempre qui che ci si imbatte nella maggior parte del dislivello dell’escursione. Il sentiero è piuttosto ripido e in diversi punti presenta degli “scaloni” naturali per i quali ci vogliono gambe lunghe. E se non le si hanno, come nel mio caso, ci vuole un po’ di grinta nel salire. Ma nulla che non si possa affrontare, anche perché le molte pause per ammirare il Pizzo delle Colombe e le sue torri e i suoi pinnacoli, sempre più vicini e maestosi, non mancano e aiutano a riprendere fiato. Quindi in meno di una trentina di minuti arriviamo in cima al Passo delle Colombe e, con pochi passi in più, al lago dei Campanitt.

Il luogo è incantevole ed è perfetto per un pic nic in tutta tranquillità, in riva al laghetto. Una volta rifocillatici, ripartiamo verso il Passo del Sole. In questo tratto di discesa verso l’Alpe Carorescio, ammiriamo la lussureggiante regione del Ritom. Viene voglia di scendere fino al lago Cadagno ma ancor prima di giungere all’Alpe Carorescio le indicazioni ci ricordano che, invece, dobbiamo salire ancora un po’.

Per arrivare al Passo del Sole occorre ancora affrontare, all’incirca, 120 metri di dislivello positivo. Questa volta è però una salita più dolce e meno decisa, che si compie in mezzoretta. Anche dal Passo del Sole il panorama è mozzafiato e ripaga di tutti gli sforzi fatti. Dopo una piccola pausa (ed esserci intrattenuti con alcuni bikers perché l’itinerario è molto battuto anche dalle mountain bike) intraprendiamo la via del ritorno. La discesa è dolce e non fastidiosa, vediamo dall’alto il Lago di Cane e, in circa un’ora, arriviamo dapprima a Lareccio e in seguito a Stabbio Nuovo. Da qui scendiamo altri dieci minuti in direzione di Campo Solario e, di lì a poco, siamo nuovamente all’Alpe Gana. Il tempo di una gazzosa al Luco Paradiso – un’incantevole baita che serve bibite e piccoli spuntini – e delle ultime chiacchiere con Gianfranco sulla splendida gita e torniamo al parcheggio di Casaccia. Grazie teleticino per questa splendida giornata, grazie Treks!

4 ore e mezza circa di escursione, due distretti, innumerevoli vette incantevoli, un lago alpino e, soprattutto, il ritrovato senso di libertà e la consapevolezza che, come non mai, la montagna è il mio habitat naturale!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Passo delle Colombe e al Passo del Sole?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATA4H30 CIRCA
LUNGHEZZA13.5 KM
DISLIVELLO789M POSITIVO,789 NEGATIVO
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOPOSSIBILITÀ DI SPUNTINI ALL’ALPE GANA (LUCO PARADISO)
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBININO
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOCASACCIA (CHF 5 TUTTO IL GIORNO)

Qualche immagine…

Dal Lago del Naret al laghetto Laiòzz

Ce l’avevo nel mirino da tempo, il laghetto Laiòzz. Per la precisione da quella volta che ero salita al Lago del Naret, in piena estate, e avevo trovato ancora una quantità di neve pazzesca, tale da impedirmi l’escursione che avevo programmato. Ma questa volta sono stata più furba: ho scelto la fine dell’estate… e ho scelto bene!

Dal Lago del Naret al laghetto Laiòzz: da una meraviglia all’altra

In uno splendido sabato di metà settembre ci avviamo quindi verso il Narèt. Partiamo presto perché, anche in questo caso, la trasferta è abbastanza lunga. Fusio, già, non è vicinissimo, e il Lago del Naret dista circa 15 km dal villaggio, quindi un’altra mezzora abbondante di auto. Ma arrivati alla diga il paesaggo è meraviglioso e lo diventa ancor di più passo dopo passo.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

18 settembre 2021, Lago del Naret(m2308) – Lago del Corbo o lago piccolo di Naret (m2349) – Lago Cristallina (m2399) – Laghetto Laiòzz (m2366) – Lago del Naret (m2308)

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Pronti, partenza, via!

Parcheggiamo l’auto poco sotto la diga e con grande sorpresa, pur essendo già le 10.30, siamo i primi. Ci avviamo a piedi percorrendo la strada asfaltata che, dove si incrociano le due dighe, va verso destra. In cinque minuti arriviamo ai cartelli gialli e, inizialmente, seguiamo le indicazioni che portano verso la Capanna Cristallina. Vi è subito uno strappetto non indifferente, che però porta a un punto molto panoramico, con una vista spettacolare sulle due dighe e sul lago. Quest’ultimo è di un colore incredibile e brilla sotto il sole settembrino.

Da qui, dopo una ventina di minuti, il sentiero si dirama. Non andiamo alla Capanna Cristallina ma procediamo costeggiando il lago fino alla sua fine, pur se in altitudine, finché il sentiero non inizia a salire verso il Lago del Corbo (o lago piccolo di Naret). I cartelli indicano come direzione finale il Lago Nero. Il Lago del Corbo è molto poco profondo e con poca acqua, lungo e stretto, e circondato interamente dal pascolo. Uno scenario speciale.

Il sentiero si perde un po’ e per continuare bisogna cercare con molta attenzione i segni bianchi e rossi dipinti sulle pietre. Senza perderci d’animo, in una decina di minuti arriviamo al Lago Cristallina, che ci sorprende per avere, sulle sue rive, tantissimi piccoli fiori bianchi “pelosi” (concedetemi il termine ma proprio non saprei con che altre parole descriverli!).

Ripartiamo quasi subito in salita, continuando a navigare un po’ a vista, fino a incontrare il sentiero che sale direttamente dal Lago del Naret). Questo significa che non siamo lontani dalla meta finale, il laghetto Laiòzz! E infatti manca solo un quarto d’ora di falso piano per arrivarci.

Il laghetto Laiòzz appare d’improvviso in tutta la sua meraviglia. Rimane sotto il sentiero ed è di un blu tanto luminoso quanto scuro e al suo centro ha un isolotto che lo rende unico. Si trova in una sorta di conca e deve in parte il suo colore alle pietre che lo circondano e alle montagne attorno che lo guardano dall’alto. Pure noi lo guardiamo all’alto, esasiati! Anche le nuvole che corrono in cielo contribuiscono a rendere lo scenario estremamente affascinante.

Dopo una lunga pausa torniamo verso il Lago del Naret in circa un’oretta, passando dal Passo del Sasso Nero. La discesa è facile e allietata dalla vista sul lago.

Una passeggiata facile e splendida, una regione che a mio avviso è tra le più belle del nostro Cantone e, non da ultimo, dopo tanto tempo un piccolo sogno realizzato: finalmente il Laghetto Laiòzz!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Lago del Naret e al laghetto Laiòzz?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATA2H40 CIRCA
LUNGHEZZA8 KM
DISLIVELLO397M POSITIVO,395 NEGATIVO
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOAPPENA SOTTO LA DIGA

Qualche immagine…

Alpe di Porcaresc e laghetto di Salei

La Valle Onsernone è un gioiellino tutto da scoprire. È un po’ impervia e un po’ selvaggia ma nasconde tanta bellezza. E tante splendide escursioni. Non siamo riusciti a deciderci tra l’Alpe di Porcaresc e il laghetto di Salei, motivo per il quale abbiamo unito le due destinazioni in un unico itinerario alla scoperta della Valle di Vergeletto.

Alpe di Porcaresc e laghetto di Salei: la Valle Onsernone che non ti aspetti

La Valle di Vergeletto si raggiunge in auto con un po’ di pazienza e miliardi di curve. Vergeletto è l’ultima località: ci accolgono un vecchio ma splendido mulino, l’aria frizzante del mattino e quella sensazione di pace che si percepisce solo quando si è in vacanza. Ci sono subito chiare le ragioni che portano il turista a scegliere questa regione del nostro Cantone.

Fortunatamente, da Vergeletto, una coppia di amici ci accompagna in auto fino all’Alpe del Casone. Risparmiamo così un’ora e trenta di camminata rispetto a quanto ci avremmo impiegato partendo da Zotta, dove si trova la stazione a valle della teleferica che porta al laghetto di Salei, dove terminerà la nostra passeggiata.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

14 agosto 2021, Alpe del Casone (m1282) – Alpe Porcaresc (m1790) – Capanna Alpe Arena (m1687) – Pièi Bachei- Passo del Busan (m2005) – Laghetto di Salei (m1923) – Capanna Salei (m1780) – Funivia

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Pronti, partenza, via!

Salutati e ringraziati i nostri amici, dall’Alpe del Casone ci avviamo comodamente su una strada battuta, in leggera salita. I primi 40 minuti non sono impegnativi. Invece al termine della strada inizia il sentiero che porta all’Alpe di Porcaresc e la musica cambia: sale subito a zig zag in modo piuttosto deciso, soprattutto nella prima parte, ma in mezzora abbondante arriviamo alla prima meta.

L’Alpe di Porcaresc è bellissima e vale la visita. È stata recentemente restaurata e regala splendidi scorci sulla Valle Onsernone. Ci concediamo una breve pausa facendo due chiacchiere con gli alpigiani e socializzando con gli animali (in particolar modo con le caprette) prima di ripartire alla volta dell’Alpe Arena, che raggiungiamo in un’ora e trenta circa. Questa parte di sentiero è molto piacevole, piuttosto pianeggiante e – non da ultimo – super panoramica. L’Alpe Arena, dove ci sono una stalla e un rifugio alpino composto da due edifici, si trova a un’altitudine inferiore rispetto all’Alpe di Porcaresc. Vi sono anche delle bibite in vendita, particolarmente apprezzate le gazzose!

Dopo una brevissima pausa ricominciamo a camminare: la meta finale è il laghetto di Salei ed è ancora piuttosto lontano (poco più di un’ora e mezza). Il sentiero è in gran parte formato da lastroni di pietra. Passiamo da Pièi Bachei, un’altra piccola alpe, e in circa un’ora di sali e scendi raggiungiamo il bivio per salire al Passo del Busàn. Quella che ci aspetta, e ci basta alzare lo sguardo per capirlo, è indubbiamente la parte più impegnativa dell’escursione: una mezzora di salita molto ripida, che non dà tregua. L’unica consolazione è sapere che, una volta in cima, mancheranno solo 15 minuti al lago. E quindi via, passo dopo passo, fino a raggiungere, boccheggiando (scusate il gioco di parole…), la bocchetta.

Una volta in cima al Passo del Busàn il panorama si apre e il sentiero per scendere al laghetto di Salei è molto comodo. In 10/15 minuti siamo sul bordo dello splendido specchio d’acqua, sulla cui superficie riposano delle alghe molto particolari che, complice la luce un po’ particolare del tardo pomeriggio, creano degli effetti ottici speciali.

Dal laghetto, dopo le mille foto di rito, in una decina di minuti arriviamo alla Capanna e, in altri cinque circa, alla stazione a monte della funivia che in 7-8 minuti che ci riporta a valle.

Che bella escursione e che bella scoperta la Valle Onsernone!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione all’Alpe di Porcaresc e al laghetto di Salei?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATA5H CIRCA
LUNGHEZZA12.33 KM
DISLIVELLO1142M POSITIVO, 640 NEGATIVO
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, ALLA CAPANNA SALEI
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINIL’ITINERARIO COMPLETO È TROPPO LUNGO PER I BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOA ZOTT (VERGELETTO)

Qualche immagine…

Emozioni sospese al Triftbrücke

Siete alla ricerca di un’escursione in Svizzera, magari non troppo lontana dal Ticino, che sia nello stesso tempo spettacolare e non troppo impegnativa? Ce l’ho: l’escursione al Triftbrücke – che poi in italiano si chiama Ponte del Trift – è quello che fa per voi e vi regalerà.. emozioni sospese!

Il Triftbrücke, uno dei ponti sospesi più belli in Svizzera

Il Triftbrücke è infatti un ponte sospeso che si trova nel Canton Berna. È stato costruito perché il ghiacciaio del Trift, sciogliendosi, negli anni ha creato un lago glaciale dalle mille sfumature di blu, impedendo l’accesso all’omonima capanna del Trift. Attraversare il ponte è adrenalinico e resterete senza fiato non solo per l’emozione di essere sospesi ma anche per lo spettacolare paesaggio circostante.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

31 luglio 2020, Sunnige Trift – Schattige Trift (m1428) – Triftbrücke (m1757) – Schattige Trift(m1428) – Sunnige Trift

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Pronti, partenza, via!

La località di partenza è Schwendi, vicino alla più grande frazione di Gadmen: si trova ai piedi del Passo del Susten e pertanto, con quest’ultimo aperto, si può raggiungere comodamente in auto da Wassen. Da qui si prende una piccolissima cabina che, soprattutto in tempi di Covid, consiglio vivamente di prenotare! In una decina di minuti si raggiunge la stazione a monte, da cui parte il sentiero. È impossibile non vederlo e conduce subito a un ponticello. Lo si attraversa e si comincia a salire.

Diciamocelo subito: l’escursione è tutta in salita, una salita anche piuttosto ripida! Però sono solo 440 metri di dislivello positivo, che con grinta si affrontano, e smaltiscono, in un’ora e trenta circa. Le montagne circostanti sono molto rocciose e, salendo, sulla sinistra si sente (e nella parte finale dell’itinerario si vede anche) il fiume che scende roboante dal lago ghiacciato.

Proseguendo si incrocia il bivio per la Windegghütte, che si può raggiungere con una deviazione di una trentina di minuti. Noi però puntiamo dritti al ponte sospeso, che raggiungiamo in una mezzoretta.

Quando finalmente ci appare davanti agli occhi rimaniamo incantanti. Sotto il ponte – che s’inserisce perfettamente nel paesaggio – il fiume e alle spalle del ponte il lago glaciale, di un colore unico che abbraccia le mille sfumature di blu, dominato dall’alto dal ghiacciaio del Trift. O forse meglio precisare, da quel che resta del ghiacciaio che, sciogliendosi, ha dato origine al lago.

Il ponte, considerato uno dei ponti pedonali sospesi più alti e lunghi delle Alpi, è lungo 170 metri e alto 100 ed è impossibile attraversarlo senza provare un minimo di brivido e restare senza fiato perché il luogo è veramente spettacolare!

Un’escursione piuttosto facile e che regala emozioni indescrivibili, provare per credere!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Triftbrücke?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATA1h30 andata, 1h ritorno
LUNGHEZZA5.91KM
DISLIVELLO450M positivo
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSì, alla stazione a monte
ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ (con un po’ di pazienza e se abituati a camminare)
PUNTI PANORAMICINo
PARCHEGGIOSì, alla stazione a valle

Qualche immagine…

Arnisee Trail: quel che non ti aspetti!

Per l’ultima racchettata di questo inverno abbiamo scelto l’Arnisee Trail, nel Canton Uri. Un’escursione che non conoscevamo ma che ci ha davvero sorpreso per l’inattesa bellezza e la semplicità del percorso, così come per la pace dei luoghi visitati. Gli itinerari da percorrere con le racchette, inoltre, sono due, ciò che dà la possibilità di scegliere la lunghezza di questa bella gita urana.   

Il punto forte dell’Arnisee Trail? L’omonimo laghetto ghiacciato

Tutta l’escursione è molto piacevole e si svolge in un paesaggio invernale incantato. Ma ciò che rende speciale l’Arnisee Trail è l’omonimo laghetto ghiacciato: uno specchio d’acqua non molto grande in cui si specchia il Bristen, una montagna dalla forma piramidale, considerata il simbolo del Canton Uri. Solo questo spettacolo vale la gita.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

28 marzo 2021, Restaurant Alpenblick (m1366)– Arnisee (m1368) – Ludiberg – Mittel Arni (m1290) – Vorder Arni (m1300) – Mittel Arni (1290) – Ludiberg – Rüti – Chänzeli – Arnisee (m1368) – Restaurant Alpenblick  (m1366)

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Pronti, partenza, via!

In una domenica super soleggiata partiamo da Intschi, un piccolo paese urano di cui ignoravamo l’esistenza, dove prendiamo un’altrettanto piccola funivia. I parcheggi sono molto comodi. In 6 minuti circa di viaggio, dove io evito in ogni modo di guardare a valle, giungiamo alla stazione a monte, dove vi è un ristorante (che in questo periodo offre il servizio take-away e che è anche albergo: date un’occhiata, si può dormire in alcuni “barili” giganti!!!) da cui parte l’escursione.

Inizialmente il sentiero costeggia il lago ghiacciato. Poi scende verso due piccoli nuclei di case: Ludiberg, dapprima, e Mittel Arni, in seguito. A Mittel Arni, tra l’altro, si può arrivare anche con la funivia che sale da Amsteg. Pare incredibile che un luogo talmente sperduto sia raggiungibile con due cabine diverse!

Qui il sentiero si divide e prendiamo quello che procede in salita. L’innevamento è ancora buono e ci fermiamo spesso ad ammirare il paesaggio. Credo sia più una scusa per riprendere fiato! Le fattorie e alcuni piccoli rifugi sembrano osservare la valle sottostante. Ben presto, alla fine della salita e dopo una discesa negli alberi un po’ birichina, che ci fa perdere la traccia, iniziamo ad intravvedere la Reuss. Attraversa Erstfeld, Attinghausen e Altdorf e poi arriva a Flüelen, dove si getta nel lago di Uri, braccio del lago dei Quattro Cantoni.

Giungiamo a Vorder Arni, dove facciamo una prima pausa proprio per ammirare questo paesaggio. Peccato solo che, grazie alla solita disattenzione, faccio cadere la borraccia e perdo tutto il thé caldo che avrebbe allietato la nostra pausa!

Ritorniamo poi verso Mittel Arni seguendo un altro sentiero – l’itinerario è infatti circolare – e ancora verso Ludiberg. Anche qui, rispetto all’andata, scegliamo di percorrere un altro sentiero che, attraversando il bosco in salita e mettendoci a dura prova, ci riporta al lago.

Una volta sullo specchio d’acqua vale la pena fare una piccola deviazione, salire a Chänzeli per poi tornare all’Arnisee. Volendo il sentiero continua verso Diessenbrunnen, Torli e la Bergkappelle. Noi però questa volta scegliamo di rilassarci e di goderci una giornata incredibilmente primaverile in un paradiso ancora invernale.

Una racchettata circolare facile ma non scontata in un piccolo paradiso invernale. Assolutamente da segnare!

Quanta gioia ad alta quota per l’Arnisee Trail?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATA1H45 CIRCA
LUNGHEZZA5.4 KM
DISLIVELLO256M
DIFFICOLTÀWT2
RISTORO SUL PERCORSOAll’inizio, al ristorante Alpenblick
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Escursione al Pizzo Pécian – Un’allucinazione che si trasforma in realtà

Ci avevo già provato l’anno scorso, a salire al Pécian, ma l’avevo fatto arrampicandomi dai laghi di Chièra, seguendo delle tracce improbabili. E non era stata una grande idea: quando avevo realizzato che, se mi fosse scivolato un piede, sarei finita diretta nel lago, ero tornata indietro con la coda tra le gambe. Quindi avevo un conto aperto con l’escursione al Pizzo Pécian e…

…l’escursione al Pizzo Pécian andava assolutamente ritentata!

Oggi era la giornata perfetta per farlo! Questo mese di novembre, infatti, sta regalando giornate fantastiche e super soleggiate, perfetta per una passeggiata che si candida a diventare una delle più belle escursioni in Ticino dell’anno!

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

22 novembre 2020, Somprei (1857m) – Alpe di Chièra (2036m) – Pian Pécian (2263m) – Pécian (2662m) – Pian Pécian (2263m) – Alpe di Chièra (2036m) – Somprei (1857m)

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Pronti, partenza, via!

Arrivati a Somprei (sopra Osco), dove abbiamo parcheggiato, il termometro dell’auto segnava -2.5 gradi. Per un attimo abbiamo pensato che avremmo avuto freddo e che avremmo incontrato neve… e invece no! La temperatura era perfetta, anche se in cima tirava un po’ di vento, e neve vera e propria l’abbiamo incontrata solo negli ultimi metri prima di arrivare al Pécian. Ma non è riuscita a guastarci la festa. 

Somprei è un bellissimo nucleo di case che si affacciano con fierezza sulla Leventina. Un piccolo paradiso terrestre da cui parte il sentiero in direzione dell’Alpe di Chièra e dei laghi di Chièra. Fino all’Alpe la salita e dolce e non vi sono particolari difficoltà. Mi stupisce, solo, non trovare animali. Ma del resto, ragiono, siamo in novembre e l’inverno si avvicina. 

All’Alpe di Chièra si vede la croce della nostra meta finale. Il sentiero inizia a salire e bisogna prestare molta attenzione a non perdere la deviazione per il Pécian situata, verso nord-ovest, in prossimità di un’antenna. Non ci sono, infatti, cartelli, ma solo due scritte su due sassi vicini: sul primo sono rappresentate una croce e una freccia, sulla seconda i resti di quella che, una volta, era la scritta Pécian. 

Una volta presa la deviazione, bisogna un po’ impegnarsi per non perderla! Infatti le tracce sono un po’ confuse. Nel dubbio basta tirare dritto in direzione del Pizzo, tanto il sentiero lo si ritrova. E sale, e curva, e gira, e curva un’altra volta, e un’altra volta ancora. L’oretta di salita che ci separa dal Pécian è un continuo zigzagare, che quasi gira la testa! Guardi su, ti fermi, respiri (o sospiri) e ti dici “Dai che ci siamo!”. E invece no! Sembra sempre di essere vicini alla meta… ma è solo un’allucinazione! La vetta non arriva mai… ma quando finalmente arriva, dopo gli ultimi metri resi più difficili dalla neve presente sul sentiero… l’allucinazione si trasforma in una splendida realtà! 

Si vede, per prima cosa, la croce: tanto piccola da lontano, tanto imponente quando te la ritrovi davanti. Poi è sufficiente fare due passi in più (o meglio, trovare il coraggio di farli, per chi soffre di vertigini come la sottoscritta) per vedere, sotto, i laghi di Chièra: blu scuro, sia quello piccolo sia quello grande, e con qualche spruzzata bianca quello piccolo, già un po’ ghiacciato. Sulla sinistra, invece, si apre uno splendido scenario montano dominato dal Pécianett, dal Pizzo delle Colombe e dal Pizzo del Sole, mentre sulla destra la vista spazia senza limiti su tutta la Leventina, da Biasca al Gottardo. Il cielo è molto terso e il panorama è meraviglioso, per godercelo appieno ci concediamo quindi una pausa pranzo all’ombra (inesistente!) della croce del magnifico Pécian. 

È difficile andarsene da un posto così ma l’arietta è fresca e quindi decidiamo di scendere, concentrandoci nei primi pezzi di discesa dove c’è la neve. Arriviamo a Somprei in circa un’ora e mezza.

Per chi fosse interessato ricordo che scendendo, e una volta arrivati al famoso incrocio dove si prende la sinistra per il Pécian, c’è sempre la possibilità di salire verso i laghi di Chièra, così da ammirarli da vicino e non solo dall’alto. E vi assicuro che vale la pena fare un’ulteriore oretta di salita!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Pizzo Pécian?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2 H CIRCA, RITORNO: 1.30
LUNGHEZZA9.13 KM
DISLIVELLO843
DIFFICOLTÀT3
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBININO. IN COMPENSO CON I BAMBINI VA SI PUÒ ANDARE AI LAGHI DI CHIÈRA
PUNTI PANORAMICIASSOLUTAMENTE!
PARCHEGGIOSÌ, A SOMPREI

Qualche immagine…

Lagh de Calvaresc: il lago a forma di cuore più famoso della Svizzera italiana

Era moltissimo tempo che avevamo nel mirino il Lagh de Calvaresc, il lago a forma di cuore più famoso della Svizzera italiana. Si trova in Val Calanca, quindi nel Grigione italiano e, lo dico subito per dovizia d’informazione, raggiungerlo richiede un buon allenamento: la salita, infatti, è piuttosto impegnativa, sia che si decida di raggiungerlo da Rossa, sia che si voglia partire dall’Alp de Bec. Ma vale decisamente lo sforzo!

Lagh de Calvaresc: quando l’attesa aumenta il desiderio!

Per qualche strana ragione era anche moltissimo tempo che rimandavamo questa escursione. Non so perché… semplicemente non c’era mai la costellazione ideale! E si sa che l’attesa aumenta il desiderio (soprattutto quando c’è di mezzo il cuore…)! 

Ecco quindi l’itinerario suggerito

7 novembre 2020, Rossa (m1070) – Ör de Sott e Ör de Sora – Alp de Calvaresc Sott (m1835) – Alp de Calvaresc Sora (m2131) – Lago Calvaresc (m2215) – Alp de Calvaresc Sora (m2131) – Capanna Boffalora (m2080) – Alp de Calvaresc Sott (m1835) – Rossa (m1070) 

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

Dopo tanto attendere questa giornata, parto da Rossa carica come una molla. Un sabato d’autunno senza una nuvola e la voglia di scaricare la settimana come migliori premesse. 

Sin da subito mi è chiaro che raggiungere il lago non sarà una passeggiata. Più il sentiero si arrampica sulla montagna e più diventa ripido, con alti scalini per chi (anche oggi!) ha gambe più lunghe delle mie. Arrivare fino a Ör de Sott, e poi de Söra, è già uno sforzo non indifferente e vanno via così i primi 400 metri di salita. Inizia poi un bosco di conifere molto fitto, all’interno del quale, che ve lo dico a fare, si continua a salire. E a far fatica. 

Quando il bosco finisce ci ritroviamo all’Alp de Calvaresc Sott. La vegetazione è bellissima. I prati sono colorati di giallo e oro mentre gli alberi, tutt’attorno, sfumano dal verde, al marrone, all’arancione. Ci guardiamo un po’ intorno, giusto per capire dove possa essere il lago, e dal rumore della cascata intuiamo la direzione. 

E quindi ancora su, ovviamente, arrampicandoci per brevi tratti anche con le mani e utilizzando le catene. Per fortuna la vista non è a strapiombo, ma attenzione al ghiaccio e di riflesso a dove mettere i piedi! Quando arriviamo all’Alp de Calvaresc Sora ci ritroviamo su una sorta di terrazza da cui si gode di una vista magnifica sulle cime della Val Calanca. E da cui si riesce finalmente a intuire dove si trova il lago! 

Non manca più molto e in circa una ventina di minuti siamo al lago. Lo scenario che si presenta davanti ai nostri occhi è splendido: le cime e le pareti attorno al lago sono innevate, ma solo nei punti in cui non batte mai il sole, creando quindi un gioco di luci molto speciale. E in realtà arrivare al lago non è sufficiente per percepire la sua naturale forma di cuore, bisogna salire ancora! Sembra uno scherzo – del resto l’amore non lo è, ogni tanto? – ma non lo è! Fortunatamente però si tratta davvero solo di 5 minuti, ma 5 minuti fondamentali per godersi appieno uno spettacolo forse unico in Svizzera. Un cuore. Un cuore blu!

Questa volta la pausa pranzo (e foto, perché ci scateniamo) dura un po’ più del solito, è novembre ma sembra primavera (ok, ok, sarà l’effetto del lago a cuore che fa sentire le farfalle…) e vista la fatica fatta per salire sarebbe un peccato non godersi il momento. 

Dopo un’oretta, però, è ora di scendere, anche perché lungo il ritorno vogliamo passare a dare un’occhiata alla Capanna Boffalora, sia per evitare un pezzo di discesa che sembrava un po’ ghiacciato e quindi poco simpatico, sia per cambiare in parte itinerario. La scelta si rivela azzeccata perché la parte di sentiero che va dall’Alp de Calvaresc Sora alla Capanna Boffalora, tagliando la montagna, è veramente molto bella (anche se ci fa allungare l’escursione di circa un’oretta). La seconda parte dell’attraversata è orfana di sole e quindi riserva alcuni passaggi scivolosi, per i quali la prudenza risulta essere la migliore alleata. La Capanna purtroppo è chiusa ma… torneremo l’anno prossimo! Da qui scendiamo all’Alp de Calvaresc Sott, da dove torniamo a Rossa. Siamo distrutti, la discesa fa davvero rimpiangere la salita e le gambe e le ginocchia chiedono pietà. Il cuore, però, è felice!  

Quanta gioia ad alta quota per il Lagh de Calvaresc?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 3 H, RITORNO: 3 H
LUNGHEZZA13.7KM
DISLIVELLO1457M
DIFFICOLTÀT3
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, ALLA CAPANNA BOFFALORA
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINIANCHE NO
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Lago di Cama – Di boschi incantati, riflessi e magia

Anche se ieri sera abbiamo avuto una cenetta un po’ goliardica, la sveglia suona presto. Siamo infatti a fine ottobre e il sole, sul Lago di Cama, scende presto. Anche sull’omonima valle, ma quest’ultima rimane comunque tanto all’ombra. Consiglio quindi, se si sceglie di visitare questo luogo nei mesi autunnali, di calcolare bene l’orario di partenza per essere al lago entro le ore 12.00.

Il Lago di Cama, indubbiamente tra i laghetti alpini più belli

Ebbene sì, diciamolo subito. Il Lago di Cama merita un posto d’onore tra i laghetti alpini più belli. Sicuramente per i suoi colori e per il paesaggio che lo circonda ma anche per l’itinerario per raggiungerlo, davvero di grande rilevanza naturalistica.

Ecco qui l’itinerario per raggiungerlo

31 ottobre 2020, Cama-Ogreda (361m) – Monti di Provèsc (812m) – Lago di Cama (1270) – Monti di Provèsc (812m) – Cama-Ogreda (361m)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

A Cama il parcheggio dove lasciare l’auto c’è, è gratuito e si trova in zona Ogreda. E quindi pronti, partenza, via. Il sentiero inizia subito ripido e non lascia tregua, al punto che per i primi 40 minuti di salita ti chiedi “ma perché?”. E questo, soprattutto, se la sera prima hai mangiato raclette come se non ci fosse un domani… Gli scalini sono piuttosto alti ed esigono un po’ di allenamento e, possibilmente, una gamba più lunga della mia ma poi, raggiunti i Monti di Provèsc, la salita diventa via via più abbordabile. Forse anche perché il paesaggio in cui si è immersi è unico e speciale.

Con il fiume sempre sulla sinistra, i fitti boschi che si attraversano sembrano incantati: muschi verdissimi, foglie dai mille colori, erba che sembra fieno dipinto da Van Gogh, rocce incavate sotto cui passare. Il cielo non si vede praticamente mai. Ma non te ne accorgi quasi. 

Dopo poco più 2 ore circa (a buon passo) si arriva al Lago di Cama, giusto in tempo per innamorarsi. Di lui e dell’anfiteatro di cime innevate che vi si rispecchia fiero. Attorno gli alberi assumono colori diversi a dipendenza da dove li si guarda. Il lago è calmo, talmente calmo che sembra di essere su un’isola deserta. Lo vediamo illuminato dal sole mentre ci gustiamo un panino ma poi il sole sparisce in fretta, senza portarsi via la sua bellezza. 

Torniamo quindi a valle, prestando molta attenzione perché sul sentiero vi sono moltissime foglie e, soprattutto, maledicendo gli scalini dell’ultimo tratto anche in discesa! 

Quanta gioia ad alta quota per il Lago di Cama?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2H30, RITORNO: 1.45
LUNGHEZZA11.09 KM
DISLIVELLO985M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, AL LAGO DI CAMA
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINISÌ, MA CON UN PO’ DI PAZIENZA
PUNTI PANORAMICIIL VERO PANORAMA È IL LAGO
PARCHEGGIOSÌ, A OGREDA (CAMA)

Qualche immagine…

Una splendida passeggiata autunnale in Ticino: il lago di Sfille

Ci sono colori che solo l’autunno sa regalare. Sfumature che non trovi in nessun’altra stagione. Il verde che diventa arancione, l’arancione che diventa giallo, il giallo che diventa oro… sembra incredibile ma con una splendida passeggiata autunnale in Ticino ti rendi conto che è tutto vero.

La splendida passeggiata autunnale in Ticino che mi è rimasta nel cuore

Manco a dirlo, l’escursione al Lago di Sfille mi è rimasta nel cuore. Un luogo di straordinaria bellezza. Una giornata indelebile nell’Alta Vallemaggia. Paesaggi e colori unici. Un cielo perfetto. E la compagnia giusta. Se vi fidate di me, mettete il Lago di Sfille in agenda per il mese di ottobre!

Ecco quindi l’itinerario suggerito

7 ottobre 2020, Cimalmotto (m1402) – Fiümigna (m1285) – Alpe di Sfii (m1631) – Lago di Sfille (m1910) – Alpe di Sfii (m1631) – Fiümigna (m1285) – Cimalmotto (m1402)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

La partenza è da Cimalmotto, paese in cima alla Vallemaggia (e più precisamente nella laterale Valle Rovana) che non avevo mai visitato. E mi chiedo perché, visto che è un posto meraviglioso, di quelli che non appena ci arrivi ci vorresti trascorrere un intero weekend di relax. A raggiungerlo ci vogliono diversi chilometri e diversi tornanti sino e dopo Cerentino. Forse è per questo che non ci ero ancora venuta! Ma ne vale la pena.

E vale anche la pena fare un sforzo in più, infilare gli scarponcini e salire a piedi fino al Lago di Sfille. Perché quel che si raggiunge è un luogo di infinita bellezza, che mi ha stregata e che, in men che non si dica, è entrato nella classifica delle gite più belle del 2020.

Ma andiamo con ordine. Si può lasciare l’auto all’inizio del paese, dove vi è un parcheggio all’altezza della fermata dell’Autopostale. Da lì si parte a piedi seguendo i cartelli gialli.

L’inizio è in discesa, su strada asfaltata. Si attraversano diversi nuclei di rustici, uno più bello dell’altro, finché inizia il bosco e si prende un sentiero che scende sulla destra, da percorrere fino a raggiungere un ponticello e poi Fiümigna. Sembra di essere in una foresta incantata!

Da qui si comincia a salire in modo piuttosto deciso, sempre nel bosco. I colori sono pazzeschi. Sarà che è autunno, sarà che c’è un sole meraviglioso, ma gli alberi e le loro foglie sfumano dal verde al giallo, dall’arancione all’oro. Sotto, sulla sinistra, si intravvede (e si sente!) il fiume che scorre e alcune bellissime pozze turchesi, che se fosse estate…

Bisogna fare un po’ di fatica ma quando il bosco finisce e ci si ritrova all’Alpe di Sfii si coglie la prima grande soddisfazione della giornata: tra i larici colorati si apre un pianoro dove trovano spazio diversi rustici e, sopra, le bianche cime innevate lo illuminano.

Il tempo di meravigliarsi e – invece che salire in direzione del Lago dei Pozzöi o del Lago Gelato – ripartiamo prendendo il sentiero che scende fino al torrente. Superiamo il ponte e ritorniamo a salire, girandoci moltissime volte a guardare l’Alpe di Sfii illuminata. Io sono felicissima ed entusiasta. È tutto incantevole! Dall’Alpe di Sfii all’omonimo Lago ci sono ancora circa 300 metri di salita, resa più impegnativa dalla morbida coltre nevosa appena caduta, che nelle zone d’ombra non si è ancora sciolta. Ma con un po’ di concentrazione non ci sono problemi.

Dopo il Piano delle Vacche il lago si fa desiderare, sembra sempre dietro il prossimo tornante… e non c’è mai! Ma poi ci arriviamo ed è subito amore. Il Lago di Sfille è meraviglioso, di un azzurro tanto intenso quanto brillante. Tutt’intorno gli alberi sono un po’ gialli, un po’ arancione e un po’ dorati. E le rocce ricoperte di una neve ancora bianchissima. Osserviamo il lago rapiti, mentre pranziamo sulle rocce che lo sovrastano; il sole di mezzogiorno alto nel cielo lo fa sembrare uno specchio magico. Tornare a Cimalmotto è quasi un peccato!

In discesa serve fare molta attenzione a non scivolare, soprattutto nel primo pezzo dove vi è la neve che si sta sciogliendo. Per il resto non incontriamo difficoltà e nel giro di un’ora e trenta circa siamo alla macchina.

Rientriamo a casa soddisfatti, con gli occhi pieni di magnifici colori autunnali e il cuore colmo delle mille sfumature dello Sfille.

Quanta gioia ad alta quota per il Lago di Sfille?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2.30 H CIRCA, RITORNO : 2 H CIRCA 
LUNGHEZZA12.67 KM
DISLIVELLO 902M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
SORGENTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICINO… MA È TUTTO UN PANORAMA!
PARCHEGGIO

Qualche immagine…