Dal Lago del Naret al laghetto Laiòzz

Ce l’avevo nel mirino da tempo, il laghetto Laiòzz. Per la precisione da quella volta che ero salita al Lago del Naret, in piena estate, e avevo trovato ancora una quantità di neve pazzesca, tale da impedirmi l’escursione che avevo programmato. Ma questa volta sono stata più furba: ho scelto la fine dell’estate… e ho scelto bene!

Dal Lago del Naret al laghetto Laiòzz: da una meraviglia all’altra

In uno splendido sabato di metà settembre ci avviamo quindi verso il Narèt. Partiamo presto perché, anche in questo caso, la trasferta è abbastanza lunga. Fusio, già, non è vicinissimo, e il Lago del Naret dista circa 15 km dal villaggio, quindi un’altra mezzora abbondante di auto. Ma arrivati alla diga il paesaggo è meraviglioso e lo diventa ancor di più passo dopo passo.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

18 settembre 2021, Lago del Naret(m2308) – Lago del Corbo o lago piccolo di Naret (m2349) – Lago Cristallina (m2399) – Laghetto Laiòzz (m2366) – Lago del Naret (m2308)

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Pronti, partenza, via!

Parcheggiamo l’auto poco sotto la diga e con grande sorpresa, pur essendo già le 10.30, siamo i primi. Ci avviamo a piedi percorrendo la strada asfaltata che, dove si incrociano le due dighe, va verso destra. In cinque minuti arriviamo ai cartelli gialli e, inizialmente, seguiamo le indicazioni che portano verso la Capanna Cristallina. Vi è subito uno strappetto non indifferente, che però porta a un punto molto panoramico, con una vista spettacolare sulle due dighe e sul lago. Quest’ultimo è di un colore incredibile e brilla sotto il sole settembrino.

Da qui, dopo una ventina di minuti, il sentiero si dirama. Non andiamo alla Capanna Cristallina ma procediamo costeggiando il lago fino alla sua fine, pur se in altitudine, finché il sentiero non inizia a salire verso il Lago del Corbo (o lago piccolo di Naret). I cartelli indicano come direzione finale il Lago Nero. Il Lago del Corbo è molto poco profondo e con poca acqua, lungo e stretto, e circondato interamente dal pascolo. Uno scenario speciale.

Il sentiero si perde un po’ e per continuare bisogna cercare con molta attenzione i segni bianchi e rossi dipinti sulle pietre. Senza perderci d’animo, in una decina di minuti arriviamo al Lago Cristallina, che ci sorprende per avere, sulle sue rive, tantissimi piccoli fiori bianchi “pelosi” (concedetemi il termine ma proprio non saprei con che altre parole descriverli!).

Ripartiamo quasi subito in salita, continuando a navigare un po’ a vista, fino a incontrare il sentiero che sale direttamente dal Lago del Naret). Questo significa che non siamo lontani dalla meta finale, il laghetto Laiòzz! E infatti manca solo un quarto d’ora di falso piano per arrivarci.

Il laghetto Laiòzz appare d’improvviso in tutta la sua meraviglia. Rimane sotto il sentiero ed è di un blu tanto luminoso quanto scuro e al suo centro ha un isolotto che lo rende unico. Si trova in una sorta di conca e deve in parte il suo colore alle pietre che lo circondano e alle montagne attorno che lo guardano dall’alto. Pure noi lo guardiamo all’alto, esasiati! Anche le nuvole che corrono in cielo contribuiscono a rendere lo scenario estremamente affascinante.

Dopo una lunga pausa torniamo verso il Lago del Naret in circa un’oretta, passando dal Passo del Sasso Nero. La discesa è facile e allietata dalla vista sul lago.

Una passeggiata facile e splendida, una regione che a mio avviso è tra le più belle del nostro Cantone e, non da ultimo, dopo tanto tempo un piccolo sogno realizzato: finalmente il Laghetto Laiòzz!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione al Lago del Naret e al laghetto Laiòzz?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATA2H40 CIRCA
LUNGHEZZA8 KM
DISLIVELLO397M POSITIVO,395 NEGATIVO
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSONO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOAPPENA SOTTO LA DIGA

Qualche immagine…

Alpe di Porcaresc e laghetto di Salei

La Valle Onsernone è un gioiellino tutto da scoprire. È un po’ impervia e un po’ selvaggia ma nasconde tanta bellezza. E tante splendide escursioni. Non siamo riusciti a deciderci tra l’Alpe di Porcaresc e il laghetto di Salei, motivo per il quale abbiamo unito le due destinazioni in un unico itinerario alla scoperta della Valle di Vergeletto.

Alpe di Porcaresc e laghetto di Salei: la Valle Onsernone che non ti aspetti

La Valle di Vergeletto si raggiunge in auto con un po’ di pazienza e miliardi di curve. Vergeletto è l’ultima località: ci accolgono un vecchio ma splendido mulino, l’aria frizzante del mattino e quella sensazione di pace che si percepisce solo quando si è in vacanza. Ci sono subito chiare le ragioni che portano il turista a scegliere questa regione del nostro Cantone.

Fortunatamente, da Vergeletto, una coppia di amici ci accompagna in auto fino all’Alpe del Casone. Risparmiamo così un’ora e trenta di camminata rispetto a quanto ci avremmo impiegato partendo da Zotta, dove si trova la stazione a valle della teleferica che porta al laghetto di Salei, dove terminerà la nostra passeggiata.

Ecco quindi l’itinerario suggerito…

14 agosto 2021, Alpe del Casone (m1282) – Alpe Porcaresc (m1790) – Capanna Alpe Arena (m1687) – Pièi Bachei- Passo del Busan (m2005) – Laghetto di Salei (m1923) – Capanna Salei (m1780) – Funivia

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Pronti, partenza, via!

Salutati e ringraziati i nostri amici, dall’Alpe del Casone ci avviamo comodamente su una strada battuta, in leggera salita. I primi 40 minuti non sono impegnativi. Invece al termine della strada inizia il sentiero che porta all’Alpe di Porcaresc e la musica cambia: sale subito a zig zag in modo piuttosto deciso, soprattutto nella prima parte, ma in mezzora abbondante arriviamo alla prima meta.

L’Alpe di Porcaresc è bellissima e vale la visita. È stata recentemente restaurata e regala splendidi scorci sulla Valle Onsernone. Ci concediamo una breve pausa facendo due chiacchiere con gli alpigiani e socializzando con gli animali (in particolar modo con le caprette) prima di ripartire alla volta dell’Alpe Arena, che raggiungiamo in un’ora e trenta circa. Questa parte di sentiero è molto piacevole, piuttosto pianeggiante e – non da ultimo – super panoramica. L’Alpe Arena, dove ci sono una stalla e un rifugio alpino composto da due edifici, si trova a un’altitudine inferiore rispetto all’Alpe di Porcaresc. Vi sono anche delle bibite in vendita, particolarmente apprezzate le gazzose!

Dopo una brevissima pausa ricominciamo a camminare: la meta finale è il laghetto di Salei ed è ancora piuttosto lontano (poco più di un’ora e mezza). Il sentiero è in gran parte formato da lastroni di pietra. Passiamo da Pièi Bachei, un’altra piccola alpe, e in circa un’ora di sali e scendi raggiungiamo il bivio per salire al Passo del Busàn. Quella che ci aspetta, e ci basta alzare lo sguardo per capirlo, è indubbiamente la parte più impegnativa dell’escursione: una mezzora di salita molto ripida, che non dà tregua. L’unica consolazione è sapere che, una volta in cima, mancheranno solo 15 minuti al lago. E quindi via, passo dopo passo, fino a raggiungere, boccheggiando (scusate il gioco di parole…), la bocchetta.

Una volta in cima al Passo del Busàn il panorama si apre e il sentiero per scendere al laghetto di Salei è molto comodo. In 10/15 minuti siamo sul bordo dello splendido specchio d’acqua, sulla cui superficie riposano delle alghe molto particolari che, complice la luce un po’ particolare del tardo pomeriggio, creano degli effetti ottici speciali.

Dal laghetto, dopo le mille foto di rito, in una decina di minuti arriviamo alla Capanna e, in altri cinque circa, alla stazione a monte della funivia che in 7-8 minuti che ci riporta a valle.

Che bella escursione e che bella scoperta la Valle Onsernone!

Quanta gioia ad alta quota per l’escursione all’Alpe di Porcaresc e al laghetto di Salei?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATA5H CIRCA
LUNGHEZZA12.33 KM
DISLIVELLO1142M POSITIVO, 640 NEGATIVO
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSOSÌ, ALLA CAPANNA SALEI
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINIL’ITINERARIO COMPLETO È TROPPO LUNGO PER I BAMBINI
PUNTI PANORAMICI
PARCHEGGIOA ZOTT (VERGELETTO)

Qualche immagine…

Escursione al Pizzo Leone – Una serie di punti panoramici sul Lago Maggiore

L’escursione al Pizzo Leone è stata, in assoluto, la prima fatta in solitaria. È successo perché quella domenica di ottobre prometteva davvero troppo bene per non essere sfruttata. C’era un sole fantastico e temperature decisamente sopra la media stagionale. E così ho osato e non me ne sono pentita. Ogni tanto basta davvero poco! 

L’escursione al Pizzo Leone è a portata di tutti

Per la mia prima gita da sola ho scelto una meta relativamente facile e adatta davvero a tutti, che abbina uno sforzo non troppo importante a una serie quasi infinita di splendidi punti panoramici sul Lago Maggiore.  Un’escursione che, mio consiglio personale, forse non farei tra luglio e agosto, visto che l’itinerario per la maggior parte è al sole. 

Ecco quindi l’itinerario consigliato

11 ottobre 2020, Porera (1043m) – Chiesetta di Pozzuolo (1181m)– Alpe di Naccio (1395m)– Monte Leone (1659m)– Alpe di Naccio (1395m)– Corona di Pinz (1294m)– Porera (1043m)

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Pronti, partenza, via!

Sono partita dai Monti di Ronco, per la precisione zona Porera. Trovare il posto è meno difficile di quel che può sembrare. Dopo i Monti di Ronco basta continuare a salire, in auto, finché non si raggiunge una serie di parcheggi laterali sulla destra, al termine della quale c’è una barriera. Ho parcheggiato lì. 

Il primo pezzo di cammino lo si fa su strada asfaltata finché non si arriva alla Chiesetta di Pozzuolo. Qui, sulla destra della strada, si prende il sentiero e s’inizia a salire in direzione dell’Alpe di Naccio.  

È una salita che si percorre volentieri e che non pone difficoltà. In grande (grandissima) parte sotto il sole e in piccola (piccolissima) parte nel bosco, la vista è sempre e comunque magnifica e in un’oretta si arriva all’Alpe di Naccio. 

Da qui si vede, poco sopra le ultime case, un belvedere con una croce. Si capisce presto che vale la pena raggiungerlo per fare una pausa, godersi il panorama e riprendere fiato prima del pezzo finale. Alla Croce, infatti, il sentiero si dirama ed entrambe le vie portano al Pizzo. Io ho scelto di andare verso destra e vi consiglio di fare lo stesso. Dopo più o meno una mezzoretta di salita convinta si arriva al Pizzo Leone: una meraviglia! 

La vista è a 360 gradi e spazia dal vicino (sembra…) Gridone, alla parte italiana del Lago Maggiore, al Gambarogno, al Piano di Magadino, a Locarno, ad Ascona e, appena sotto, a Brissago. Ci sono diversi punti strategici per fare un pic nic e mentre mi guardo intorno mi chiedo perché ci ho impiegato una vita intera per salire fino a qui. 

E mi chiedo anche perché non ho mai avuto il coraggio di fare un’escursione in solitaria. Eppure non sono caduta, non mi sono persa, non mi sono fatta male e sono riuscita a godermi ogni attimo! 

Il sentiero per tornare all’auto è lo stesso e quindi basta percorrerlo al contrario. Visto che non ero ancora stanca, però, e che avevo ancora un po’ di tempo, ho optato per una veloce deviazione alla Corona dei Pinci (o Corona di Pinz). 

Si tratta di aggiungere una ventina di minuti di cammino, prevalentemente in pianura, prendendo il sentiero, ben segnalato, che parte subito sotto l’Alpe di Naccio e che passa da Casone. Ne vale davvero la pena: anche dalla Corona dei Pinci, infatti, la vista su Locarno e sul Delta della Maggia è strepitosa e, da lì, la discesa su Porera è poi molto veloce.  

Sono una luganese DOC, o luganocentrica, o sbröia, o luganesina… ma questa escursione tutta locarnese la consiglio caldamente perché è strepitosa! 

Quanta gioia ad alta quota per il Pizzo Leone?

Classificazione: 4.5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2H CIRCA, RITORNO 1H CIRCA
LUNGHEZZA4.2 KM
DISLIVELLO 605 M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICISÌ… TANTISSIMI E UNO PIÙ BELLO DELL’ALTRO
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

Una splendida passeggiata autunnale in Ticino: il lago di Sfille

Ci sono colori che solo l’autunno sa regalare. Sfumature che non trovi in nessun’altra stagione. Il verde che diventa arancione, l’arancione che diventa giallo, il giallo che diventa oro… sembra incredibile ma con una splendida passeggiata autunnale in Ticino ti rendi conto che è tutto vero.

La splendida passeggiata autunnale in Ticino che mi è rimasta nel cuore

Manco a dirlo, l’escursione al Lago di Sfille mi è rimasta nel cuore. Un luogo di straordinaria bellezza. Una giornata indelebile nell’Alta Vallemaggia. Paesaggi e colori unici. Un cielo perfetto. E la compagnia giusta. Se vi fidate di me, mettete il Lago di Sfille in agenda per il mese di ottobre!

Ecco quindi l’itinerario suggerito

7 ottobre 2020, Cimalmotto (m1402) – Fiümigna (m1285) – Alpe di Sfii (m1631) – Lago di Sfille (m1910) – Alpe di Sfii (m1631) – Fiümigna (m1285) – Cimalmotto (m1402)

Link all’itinerario su SvizzeraMobile

Pronti, partenza, via!

La partenza è da Cimalmotto, paese in cima alla Vallemaggia (e più precisamente nella laterale Valle Rovana) che non avevo mai visitato. E mi chiedo perché, visto che è un posto meraviglioso, di quelli che non appena ci arrivi ci vorresti trascorrere un intero weekend di relax. A raggiungerlo ci vogliono diversi chilometri e diversi tornanti sino e dopo Cerentino. Forse è per questo che non ci ero ancora venuta! Ma ne vale la pena.

E vale anche la pena fare un sforzo in più, infilare gli scarponcini e salire a piedi fino al Lago di Sfille. Perché quel che si raggiunge è un luogo di infinita bellezza, che mi ha stregata e che, in men che non si dica, è entrato nella classifica delle gite più belle del 2020.

Ma andiamo con ordine. Si può lasciare l’auto all’inizio del paese, dove vi è un parcheggio all’altezza della fermata dell’Autopostale. Da lì si parte a piedi seguendo i cartelli gialli.

L’inizio è in discesa, su strada asfaltata. Si attraversano diversi nuclei di rustici, uno più bello dell’altro, finché inizia il bosco e si prende un sentiero che scende sulla destra, da percorrere fino a raggiungere un ponticello e poi Fiümigna. Sembra di essere in una foresta incantata!

Da qui si comincia a salire in modo piuttosto deciso, sempre nel bosco. I colori sono pazzeschi. Sarà che è autunno, sarà che c’è un sole meraviglioso, ma gli alberi e le loro foglie sfumano dal verde al giallo, dall’arancione all’oro. Sotto, sulla sinistra, si intravvede (e si sente!) il fiume che scorre e alcune bellissime pozze turchesi, che se fosse estate…

Bisogna fare un po’ di fatica ma quando il bosco finisce e ci si ritrova all’Alpe di Sfii si coglie la prima grande soddisfazione della giornata: tra i larici colorati si apre un pianoro dove trovano spazio diversi rustici e, sopra, le bianche cime innevate lo illuminano.

Il tempo di meravigliarsi e – invece che salire in direzione del Lago dei Pozzöi o del Lago Gelato – ripartiamo prendendo il sentiero che scende fino al torrente. Superiamo il ponte e ritorniamo a salire, girandoci moltissime volte a guardare l’Alpe di Sfii illuminata. Io sono felicissima ed entusiasta. È tutto incantevole! Dall’Alpe di Sfii all’omonimo Lago ci sono ancora circa 300 metri di salita, resa più impegnativa dalla morbida coltre nevosa appena caduta, che nelle zone d’ombra non si è ancora sciolta. Ma con un po’ di concentrazione non ci sono problemi.

Dopo il Piano delle Vacche il lago si fa desiderare, sembra sempre dietro il prossimo tornante… e non c’è mai! Ma poi ci arriviamo ed è subito amore. Il Lago di Sfille è meraviglioso, di un azzurro tanto intenso quanto brillante. Tutt’intorno gli alberi sono un po’ gialli, un po’ arancione e un po’ dorati. E le rocce ricoperte di una neve ancora bianchissima. Osserviamo il lago rapiti, mentre pranziamo sulle rocce che lo sovrastano; il sole di mezzogiorno alto nel cielo lo fa sembrare uno specchio magico. Tornare a Cimalmotto è quasi un peccato!

In discesa serve fare molta attenzione a non scivolare, soprattutto nel primo pezzo dove vi è la neve che si sta sciogliendo. Per il resto non incontriamo difficoltà e nel giro di un’ora e trenta circa siamo alla macchina.

Rientriamo a casa soddisfatti, con gli occhi pieni di magnifici colori autunnali e il cuore colmo delle mille sfumature dello Sfille.

Quanta gioia ad alta quota per il Lago di Sfille?

Classificazione: 5 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 2.30 H CIRCA, RITORNO : 2 H CIRCA 
LUNGHEZZA12.67 KM
DISLIVELLO 902M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
SORGENTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICINO… MA È TUTTO UN PANORAMA!
PARCHEGGIO

Qualche immagine…

La Val Bavona da non perdere

La Val Bavona è da non perdere. Tutta. È un concentrato di tipicità. Un ritorno al passato del Ticino. Un angolo selvaggio dove la natura riposa in pace, lontano dai ritmi frenetici quotidiani.

Val Bavona da non perdere: la Val Calnègia e la cascata di Foroglio

Per conoscerla, e per amarla, bisogna visitare due luoghi: Foroglio e la sua cascata e la Val Calnègia.

Di Foroglio non puoi non innamorarti. È un villaggio che racchiude in sé tutte le tipicità della Valle Bavona. Case vicine e in pietra, tetti triangolari, piccole finestrelle prendi luce e giardini curati. Il rumore più presente è sicuramente quello della famosissima cascata. Fragoroso. Scrosciante. Rimbombante. Quasi a voler evidenziare da dove si butta. E in effetti si butta da Puntid, poco meno di 200 metri sopra, all’inizio della Val Calnègia. Tutta da scoprire.

Ecco quindi l’itinerario suggerito

27 settembre 2020, Foroglio (682m)- Puntid (886m) – Gerra (1044m) – Calnègia (1108m) – Gerra (1044m) – Puntid (886m) – Foroglio (682m)

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Pronti, partenza, via!

Per addentrarsi nella Val Calnègia e arrivare a Puntid si sale un ripido sentiero, fatto prevalentemente di scalini che ti tolgono un po’ il fiato. Ma a togliere il fiato, a dire il vero, è Puntid, con le sue casette in pietra, così disordinatamente ordinate, ma soprattutto con il suo inconfondibile ponticello, che sovrasta acque limpidissime.

Da qui si procede comodamente lungo la Val Calnègia, sempre costeggiando il fiume, e in pochi minuti si giunge alla deviazione per la Splüia Bela, un’abitazione sotto un’enorme roccia, abbandonata, che vale la pena visitare.

Proseguendo si arriva al secondo nucleo, quello di Gerra. È severa, Gerra, e dalle sue costruzioni sotto roccia trasuda storia: è facile immaginare come i nostri contadini vivessero qui, adattandosi all’ambiente circostante.

Da qui ci vogliono ancora venti minuti circa per arrivare a Calnègia, il terzo maggengo. È una giornata un po’ grigia e come in una cartolina il verde dei pascoli fa risaltare il nucleo di case e le montagne che lo sovrastano. È un altro luogo magico, dove mangiare un panino e immaginare, là sopra, i laghi della Crosa e di Formazzöö già un po’ innevati (che è da due estati che vogliamo vedere!).

Per tornare a Foroglio basta percorrere il sentiero nel senso inverso. Basta un’oretta. Ma è un’oretta trascorsa in un Ticino tanto autentico da farti desiderare di riviverlo.

Se non vi accontentate di sentire il rumore della cascata, ma volete anche provare a sfiorarla, poco prima di arrivare in paese basta prendere la deviazione seguendo le indicazioni. Ci vogliono 5 minuti, scarpe adatte e un minimo di attenzione.

Quanta gioia ad alta quota per Foroglio e la Val Calnègia?

Classificazione: 4 su 5.

Qualche dato…

DURATAANDATA: 1.30 H CIRCA, RITORNO: 1H CIRCA
LUNGHEZZA8.54KM
DISLIVELLO503M
DIFFICOLTÀT2
RISTORO SUL PERCORSONO
FONTI D’ACQUA SUL PERCORSO
ADATTO AI BAMBINI
PUNTI PANORAMICINO
PARCHEGGIOSÌ, A FOROGLIO

Qualche immagine…